Bologna, 3 agosto 2012 - IN TEMPO di Olimpiadi londinesi, può essere pertinente affermare che la reazione suscitata nel mondo della musica dal concorso Rock (r)Evolution lanciato da Vasco Rossi il 16 luglio è paragonabile a quella di una folla che assiste sugli spalti alla prestazione di un atleta che manca per un soffio il record del mondo, in quell’istante tra la fine della gara e il momento in cui il tabellone dà conto del risultato in numeri.

IL FATTO che una rockstar presumibilmente appagata si dedichi alla ricerca di nuovi talenti, senza contare su nessun appoggio pubblicitario ma solo avvalendosi della propria pagina su Facebook era stata considerata cosa buona e giusta. Ma la notizia dell’apertura dei cancelli riservata a gruppi in grado di proporre cover ha raffreddato gli animi. Ad ogni modo, qualunque sia il fantomatico premio “davvero speciale” che fra nove mesi sarà rivelato al vincitore assoluto della competizione — già si vocifera comunque che tutto sia volto al lancio di un talent show con lo stesso Vasco giudice supremo su Rai Uno, il cui inizio sarebbe previsto per il febbraio prossimo — l’unica band bolognese fino a questo momento selezionata si chiama Eroi della Notte. Che, ironia della sorte, come spiega il leader Daniel Solero, ha registrato in tutta la propria storia una sola cover. Questa.

Come avete appreso di essere stati selezionati?
«Sinceramente, io me ne sono accorto perché la gente ha cominciato a mettere i commenti sotto al nostro video. A quel punto, mi sono chiesto cosa stesse succedendo, sono andato sulla pagina Facebook di Vasco Rossi ed eravamo lì. E’ stata una grande sorpresa. Noi generalmente facciamo musica nostra e We Are Young dei Fun è stata l’unica cover che abbiamo mai registrato».

Ascoltate Vasco Rossi tutti i giorni come se ve l’avesse consigliato il medico?
«Il nostro riferimento è più che altro il rock americano, dagli anni Settanta fino ad oggi. Riconosciamo però che Vasco, nel panorama della musica italiana, è una personalità molto importante».

Ha suscitato una certa polemica il fatto che il concorso sia riservato a band che eseguono cover…
«Il discorso delle cover può essere giusto al fine di valutare il livello puramente tecnico della band, piuttosto che un pezzo inedito, che è più difficile da giudicare».

Che idea vi siete fatti su questo premio “davvero speciale”?
«Rimarremo col dubbio fino alla fine. Per ora, è stato già un bel riconoscimento vedere moltiplicare le visite al video. Se dovessimo per qualche motivo vincere, mi auguro che questo fantomatico premio sia una produzione o quantomeno una spinta verso quello che si sogna, cioè vivere facendo questo mestiere».

Il nome della band deriva da un vostro brano. A cosa fa riferimento?
«Fa riferimento a quel momento in cui ci si trova da soli a scrivere. E siccome a me succede spessissimo di notte, direi che il nostro nome deriva proprio da chi la vive come un istante di creazione fortissimo e particolare».

Filippo Dionisi