Bologna, 31 agosto 2012 - Possono davvero andare d’accordo punk e disciplina? "Dal contrasto nascono sempre le cose più felici", osserva pacato Massimo Zamboni, chitarrista e cantautore da trent’anni sulla breccia, prima con i Cccp, poi con i Csi, quindi da solista.

"Il punk è la sfrontatezza, la facilità di decidere di mettere in atto i propri sogni, l’indifferenza alla tecnica e ai pensieri degli altri. Ma occorre anche disciplina per ottenere quello che si vuole nella vita, e fare qualcosa di sensato".

Punk e disciplina, due anime che si uniscono nel titolo del nuovo live di Zamboni con Angela Baraldi, cantautrice e attrice bolognese, pupilla di Lucio Dalla: l’anno scorso hanno fatto insieme un tour e un disco, “Solo una terapia: dai Cccp all’estinzione”, e questa estate sono tornati on the road con un’altra serie di concerti e un nuovo singolo, “Sbrai”, che anticipa un album di inediti che sarà registrato in autunno e uscirà a febbraio. Stasera alle 22.30 li ascolteremo sul palco dell’Estragon al parco Nord di Bologna.
 

Angela, si può essere punk e disciplinati?
"Quando si dice disciplina, di solito si pensa alla scuola o al mondo militare: tutte cose imposte da altri. Noi ci siamo ispirati a Gramsci che diceva che bisogna autodisciplinarsi per essere liberi: se sei tu a darti le regole, non potranno essere altri a obbligarti".
 

Massimo, punk e disciplina anche per essere ‘contro’?
"Uno dei nostri brani si intitola ‘In rotta’. Vede, a me sembra di vivere in un Paese in rotta e in una fase di sfacelo generale. Credo che non sia possibile e non sia giusto abbandonarsi a tutto questo".
 

'Sbrai' significa ‘urlo’ in dialetto reggiano. Perché, Massimo?
"Io non sono capace di urlare, Angela lo fa molto meglio di me. Tuttavia rivendico l’urlo, la voglia di dire che ci stanno rubando la terra sotto i piedi, e noi non possiamo dormire. Ormai tutti urlano, in questa società, ma spesso l’urlo è come una melassa che serve a coprire lo sbandamento, impedisce ogni ragionamento. Per me invece l’urlo è l’insistere di volere esistere".
 

E per lei, Angela?
"Per me l’urlo è liberatorio, ma è anche estremamente vitale e anche allegro. Chiaramente comunque è il bisogno di far sentire la propria voce in un momento in cui è difficile che la gente ti ascolti".
 

Massimo, com’è lavorare con Angela?
"Ormai non è più una collaborazione occasionale: sento che io e lei siamo già come un gruppo. Lei è davvero punk e disciplina, ha forte presenza scenica, è un folletto sul palco".
 

Angela, com’è lavorare con Massimo?
"Massimo ha il dono della condivisione, non potrebbe stare da solo, e in questo ci assomigliamo. Lui scrive e io, con molto orgoglio, voglio essere il corpo urlante di queste canzoni. Di lui mi piacciono soprattutto la calma e la precisione, la sua solidità montanara: io sono più irrequieta".
 

E Dalla cosa avrebbe detto di questo suo progetto con Zamboni?
"Si sarebbe molto divertito di vedermi zompettare e urlare sul palco in quel modo. Lui arrivava da un altro mondo e da un altro modo di scrivere, ma si appassionava a tutto ciò che non era consono".
 

 

Stefano Marchetti