Bologna, 25 aprile 2014 - Tra i quadri esposti a Palazzo Fava è ovvio che la parte del leone — e non a caso dà il titolo alla mostra — sia La ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer (FOTO). Ma l’occhio meno distratto può concentrarsi su altri capolavori. Come Il cardellino dipinto da Carel Fabritius nel 1654 (foto). Un dipinto di potente modernità, dovuto alla mano di un pittore morto giovane nell’incendio devastante di Delft in seguito all’esplosione della polveriera cittadina.

E proprio Il cardellino sta diventando una piccola icona che supera i confini dell’arte, grazie al romanzo omonino scritto dal premio Pulitzer, Donna Tartt. E guarda caso, alla chetichella, la celebratissima scrittrice americana ha visitato la mostra l’11 marzo scorso.

Era il tardo pomeriggio quando è entrata a Palazzo Fava dove è uscita attorno alle 20,15, poco prima della chiusura. A condurla nella visita in inglese la guida Giulia Gambetta che alla fine ha ricevuto i complimenti della scrittrice che le ha regalato il suo romanzo con dedica.

Un libro che al contrario di quello di Tracy Chevalier, calato all’epoca di Vermeer, è ambientato nella contemporaneità dove il dipinto di Fabritius diventa l’oggetto ossessivo del desiderio di un ragazzino newyorkese coinvolto in una serie di vicende — e in 900 pagine — che lo conducono dagli States all’Olanda.

L’autrice non si può dire sia certo prolifica: ha scritto soltanto tre libri in ventidue anni ma è diventata un’autrice di culto. 

Donna Tartt non è l’unico vip ad aver visitato la mostra che al 76esimo giorno d’apertura, ieri, ha raggiunto quota 233mila visitatori. Oltre ai reali del Belgio, nelle varie giornate sono stati visti Fabio Capello e Tullio Solenghi, Achille Occhetto e Roberta Capua, Luca Barbareschi e Giovanni Floris, Lella Costa e Gaetano Curreri.

r. c.