Bologna, 4 ottobre 2011 - Il dramma dei profughi libici e i recinti della “fortezza Europa”, i video dei giovani bolognesi, le lotte per l’ambiente e la sovranità alimentare e un evento speciale dedicato alla Palestina. Dal 6 al 9 ottobre il Terra di Tutti Film Festival porta a Bologna ospiti internazionali, documentari e cinema sociale dai cinque continenti. In programma Plus jamais peur, il film sulla rivoluzione tunisina proiettato a Cannes e l’anteprima italiana de La vida loca, documentario sulle bande armate salvadoregne costato la vita al reporter Christian Poveda

 

Le miniere africane e la privatizzazione selvaggia delle risorse, le battaglie per la tutela dell’acqua pubblica, la guerra in Iraq raccontata dal cinema d’animazione. Sono 45 i film in cartellone per la quinta edizione del Terra di Tutti Film Festival, la rassegna di documentari e cinema sociale dal sud del mondo organizzata a Bologna dalle ong Cospe (Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti) e Gvc (Gruppo di volontariato civile). L’appuntamento è da giovedì 6 a domenica 9 ottobre al cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65) per quattro giorni di proiezioni gratuite con inchieste, documentari, corti e medio metraggi su povertà e conflitti sociali, guerre dimenticate, migrazioni e traffici di esseri umani, ambiente, diritti e sovranità alimentare. In cartellone 15 sessioni di film, incontri con ospiti internazionali e opere in prima visione (il programma è consultabile al sito www.terradituttifilmfestival.org).

 

La primavera araba è tra i fili conduttori della rassegna, che tra i giurati ha un richiedente asilo proveniente della Libia, l’insegnante e giornalista della Sierra Leone Sheriff Bah. Arte e rivoluzione in Tunisia sono inoltre protagonisti dell’anteprima del festival, in programma mercoledì 5 ottobre alle ore 19.00 al Tpo (via Casarini, 17/5) con installazioni, video e ospiti internazionali.

 

Dedicata alla rivoluzione in Maghreb anche l’apertura del Terra di Tutti, in programma giovedì 6 ottobre alle ore 20.00 con un trittico di film che ripercorrono il viaggio dei profughi provenienti dalle coste sud del Mediterraneo. Le fotografie scattate da un “harraga”, “clandestino”, dalla Tunisia fino al campo profughi di Lampedusa sono raccolte in Harraguantanamo, di Ilyess ben Chouikha e Giulia Bondi. La vicenda di uno dei più controversi Centri di identificazione italiani è raccontata in Recinti, Manduria 2011, di Andrea Gadaleta Caldarola. Da qui si risale a Ventimiglia, tra i migranti respinti alla frontiera con la Francia (La fabbrica dei clandestini – vol.2 di Isabella Urru, Antonella Cignarale e Sara Puddu).

 

A partire dalle 21.00 la “rivoluzione dei gelsomini” tunisina emerge dal racconto dei suoi protagonisti. Il regista Mourad Ben Cheikh, già ospite del festival di Cannes, presenta il suo Plus jamais peur: una cronaca degli eventi che hanno portato alla cacciata di Ben Ali con le immagini girate dai rivoluzionari e i racconti di una blogger, un avvocato e un giornalista. Nella Tunisia della rivoluzione, sei fotografi del collettivo Artocracy hanno scattato 100 ritratti di comuni cittadini e ne hanno affisso le gigantografie sui palazzi del potere, al posto delle icone del dittatore. Si tratta di “Inside Out”, un progetto lanciato in tutto il mondo dall’artista Jr, vincitore del Ted Prize 2011. La fotografa di Artocracy Sophia Baraket presenta Artocracy in Tunisia Inside Out, il film di Alastair Siddons che racconta questo percorso di arte per la democrazia.

 

Una sessione tutta bolognese, con i video creati dai più giovani, apre il cartellone di venerdì 7 ottobre. Alle ore 16.00 Prove costituenti 2, un sequel della riflessione su diritti e Costituzione avviata nel 2010 dai ragazzi dell’istituto penale minorile di via del Pratello. Gli allievi della 2ªD della Scuola Testoni-Fioravanti sono invece autori di Giardini parlanti, corto d’animazione sull’universo sonoro di uno spazio verde. Un’anteprima del film sui 10 anni della parata Partòt, di cui Smk Videofactory e associazione Oltre stanno curando la produzione, è poi Partòt documentary project. A partire dalle 18.15 spazio alle “Cartoon stories”, con cinque film d’animazione tra cui il pluripremiato Daisy cutter, favola sulla guerra in Iraq di Enrique García e Rubén Salazar e Salani di Isabel Noronha e Vivian Altman, vincitrici della menzione speciale al TTFF 2010. Parte alle ore 22.00 il viaggio “tra miniere e povertà” che va dallo Zambia, succube della privatizzazione selvaggia delle cave di rame (Copper age di Ivo Bystrican) al Peru, dove la polizia attacca i villaggi e spara sui contadini (2nd December di Michael Watts) fino alle miniere africane dove migliaia di giovani consumano le loro vite (L’or du congo di Nicola Pittarello).

 

Sabato 8 ottobre il festival celebra una “Giornata della terra” con film sulla tutela delle risorse naturali e la vita nelle periferie del sud del mondo. Sullo schermo (dalle ore 17.15) le lotte per la sovranità alimentare dei contadini camerunensi (Les oiseaux volateurs di Denys Piningre), lo sfruttamento dei braccianti agricoli in Sicilia (La terra (e)strema di Enrico Montalbano, Angela Giardina e Ilaria Sposito), inoltre – dalle 20.00 – la desertificazione in Cina (Desire of Changu di Huaqing Jin), la vita nelle favelas uruguayane (Torre 8 di Leonardo Ferraro), i Machine man bengalesi, sottoposti a logoranti fatiche fisiche (di Roser Corrella e Alfonso Moral). L’acqua come bene comune è protagonista di H2O turkish connection di Jaroslava Colajacomo, un viaggio nel movimento globale contro la privatizzazione delle risorse idriche e in The well di Paolo Barbieri e Riccardo Russo, sull’egualitarismo nell’accesso alle acque dei pozzi in Etiopia (ore 22.30).

 

Alle 21.30, la premiazione del miglior reportage e del migliore scatto fotografico realizzati per il Terra di Tutti Photo Contest, i cui lavori finalisti sono esposti alla Casa della Fotografia di Bologna (piazza Giovanni Spadolini, 3) fino al 15 ottobre. Ospiti del festival i cineasti Michele Mellara e Alessandro Rossi, che presentano alcuni estratti di God save the green, il documentario in produzione sugli orti urbani di Bologna, Nairobi, Tokio, Londra, Casablanca (alle ore 22.00).

 

Nel cartellone di sabato (ore 15.00) anche un evento speciale Palestina: tra i film in programma Restiamo umani, intervista rilasciata a Anna Maria Selini da Vittorio Arrigoni, attivista e reporter ucciso a Gaza il 15 aprile, e Israel vs. Israel, documentario di Terje Carlsson sui pacifisti israeliani vincitore dell’Al Jazeera International Documentary Film Festival.

 

Domenica 9 ottobre, dopo una selezione di cortometraggi provenienti dai festival gemellati di Belo Horizonte in Brasile (ore 16.00), il festival presenta l’anteprima italiana de La vida loca di Christian Poveda. Reporter con una lunga esperienza di guerra, Poveda ha trascorso più di un anno tra i giovani affiliati di una banda armata salvadoregna, la Mara Salvatrucha, documentandone senza censura rituali e violenza. Dopo l’uscita del film, il reporter è stato ucciso in un agguato fra le vie di San Salvador nel 2009 (al momento alcuni degli affiliati della banda sono sotto processo per omicidio). A raccontare la storia del documentario e dei suoi protagonisti sarà David Enrique Mendez Machano, già assistente del giornalista.

 

Alle ore 21.00 le premiazioni delle migliori produzioni italiana e internazionale da parte della giuria del festival e la consegna dei riconoscimenti offerti dal Consiglio degli Stranieri e apolidi della Provincia di Bologna, dall’associazione premio Benedetto Senni e dal settimanale Left. Il festival si conclude con la proiezione delle opere vincitrici dell’edizione 2011.

 

Mercoledì 12 ottobre l’iniziativa “Earth4all – una terra per tutti” di Cospe celebra la Giornata mondiale dell’alimentazione insieme alla scrittrice e politica maliana, leader mondiale del Word social forum Aminata Traorè, al preside della Facoltà di Agraria di Bologna Andrea Segrè, agli operatori agricoli e delle ong per un dialogo su sovranità alimentare e politiche agricole (ore 17.00, Auditorium Dms di via Azzo Gardino 65).