Bologna, all’Estragon il ‘Marassi’ degli Ex-Otago

La band genovese in tour con i brani del loro ultimo album. Tra synth, tastiere e voglia di leggerezza, per sfuggire alla scuola genovese

Gli Ex-Otago

Gli Ex-Otago

Bologna, 7 dicembre 2012 - Il fortunato tour degli Ex-Otago, band genovese formata Maurizio, Simone, Olmo, Francesco e Rachid, sta giungendo al termine: stasera (giovedì 7 dicembre) i 5 saranno all’Estragon, dove si attende il tutto esaurito. Nella deluxe-edition del loro Marassi hanno duettato anche con Eugenio Finardi, Levante e il rapper Willie Peyote. Maurizio Carucci, voce del quintetto, ci confida che la sua band è però già al lavoro con nuovo materiale.

Marassi è stato un vero successo. Oltre cento date, serate sold out. La vostra Genova vi ha portato fortuna e avete portato un pezzetto della vostra terra in giro per tutta Italia. Avete voglia di tornare a casa ora?

“Più che altro sentiamo un grande bisogno di tornare per scrivere canzoni nuove: abbiamo molte idee, materiale inedito e scenari da esplorare che ci fanno già vibrare. La voglia è quella di costruire un nuovo mondo, che poi ci porterà prossimamente di nuovo in giro. Siamo eccitati a questa idea che non vediamo l’ora di concretizzare”.

In questo disco, tra synth e tastiere, c’è molto del patrimonio musicale degli anni Ottanta: cos’ha di così speciale quell’epoca?

“In verità ci sono due le decadi che ci hanno influenzato in maniera diversa: gli anni Ottanta appunto, con le sue clamorose melodie e l’utilizzo dei synth e poi la musica degli anni Novanta, che ci ha fatto innamorare, ballare a qualche festa della birra. E ora più che mai stiamo rivalutando e capendo il peso stilistico e melodico di questa musica, che ha influenzato anche la nostra formazione melodica”.

Il vostro pop veicola messaggi forti con strumenti leggeri, come l’ironia. Scelta interessante e coraggiosa per chi è cresciuto nella Genova dell’intoccabile scuola cantautorale.

“Una corrente tanto bella e importante quanto opprimente. E per questo abbiamo sempre sostenuto che fosse giusto per noi passare anche attraverso un sound più leggero. Soprattutto anche grazie alla fusione, tipico di Genova, di sonorità leggere a testi importanti. Volevamo dare un tono inedito alla nostra musica e costruire un nuovo linguaggio di cui sentivamo il bisogno. Diciamo che con Marassi abbiamo trovato una bella sintesi tra ciò che sappiamo fare e ciò che ci piace”.

A Bologna porterete con voi anche il cantautore Gazzelle. Sarà una parentesi live o sarà invece tra gli ospiti nel nuovo album?

“Sarà una parentesi live. Ha aperto qualche nostro concerto quest’estete e apprezziamo alcune cose che fa. E’ un tipo simpatico e ci piace lasciarci andare a relazioni, scambi di energie e piaceri, come fossimo un gruppo di amici che si incontra al bar o chissà dove”.  

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