Bologna, in discoteca senza cellulari. Banditi i social network

L’idea del Kinki di via Zamboni: smartphone e tablet devono restare fuori. La serata si chiama Off!

Si balla sulla pista dello storico club Kinki di via Zamboni

Si balla sulla pista dello storico club Kinki di via Zamboni

Bologna, 14 gennaio 2017 - Come negli anni ’90: quando le discoteche erano dei ‘club’ e la sociologia britannica aveva coniato la definizione ‘club culture’ per parlare della pista da ballo come luogo non solo di intrattenimento, ma anche di elaborazione di linguaggi e forme di comunicazione inedite. Tutto questo era possibile perché in quei luoghi si sperimentava in senso della ‘comunità, la ricerca di una identità che gravitava intorno al dj e alla musica che sceglieva.

Sembrano epoche lontanissime. Oggi i dj sono delle superstar, nessuno è più interessato alla loro tecnica, ai virtuosismi, manca il desiderio di aggregazione che questi spazi amplificavano. E, spesso, si preferisce, anche in una discoteca, consumare la serata incollati al telefonino per controllare i social piuttosto che per ballare e conoscere chi hai al fianco.

Così a Micaela Zanni che, gestisce il Kinki, lo storico club di via Zamboni che ha di recente festeggiato i 40 anni di attività con un bel libro fotografico con la prefazione di Angelo Varni, presidente dell’Istituto Beni Culturali, è venuta l’idea di tornare al passato. Che per una discoteca, sempre proiettata nel futuro, è un fatto davvero singolare. La serata, che inaugura oggi, si chiama, Off! e il titolo fa rifermento all’invito a spegnere cellulari e tablet e a consegnarli all’ingresso. Solo così sarà possibile scendere le scale che portano nella discoteca dove hanno ballato a stretto contatto celebrità e gente comune, dove il cantautore americano Jackson Browne chiese al dj se poteva lasciargli un suo disco e non ottenne risposta e l’attore Rupert Everett non fu riconosciuto e lasciato fuori perché non adatto all’ambiente. «Nostalgia? – dice l’organizzatrice – un po’. Ma non vogliamo affatto tornare indietro, solo provare a cambiare le regole del gioco per vedere l’effetto che fa».

La musica, tra funky, soul e jazz, sarà selezionata da Luca Trevisi, un bolognese che ha fatto la storia della dance music internazionale, ospite regolarmente di club inglesi e americani, oltre a essere un importante collezionista di vinili. E anche questo, affidarsi solo a dischi di grandi dimensioni e non ai file elettronici, come fanno quasi tutti i dj oggi, è un segno della particolarità di Off!, che in omaggio a un ritrovato bisogno di stare insieme, non rispetterà nemmeno l’obbligo di aprire molto tardi e di chiudere all’alba. Infatti inizia alle 22 e non sarà possibile avere notizie sulla serata su Facebook o altri social. Niente evento sul famoso network, niente ‘like’ e commenti sul web, dove di Off non ci sarà traccia. Per entrare bisognerà trovare le vecchie cartoline di invito, i flyers, come si chiamano nel gergo delle discoteche, anche queste ormai sostituite dalla loro versione digitale, che il Kinki ha lasciato in negozi di abbigliamento e bar del centro.

E poi decidere di dedicare finalmente una serata al divertimento, al ballo, alla conversazione anche, senza l’ossessione di postare una foto, di condividere un selfie.

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