Bologna, i Pop X fanno il tutto esaurito al Covo

Irriverenti, surreali e molto poco grammaticalmente corretti, stanno conquistando il paese a suon di elettropop

I Pop X

I Pop X

Bologna, 13 gennaio 2017 - Sono arrivati da Trento a portare scompiglio nel panorama musicale italiano. Irriverenti, provocatori, surreali, filosofi della sprezzatura, e molto poco politicamente e grammaticalmente corretti: i Pop X stanno conquistando il Paese a suon di elettropop e testi apparentemente nonsense. Il materiale autoprodotto nei primi dieci anni è molto vasto e comprende circa 60 pubblicazioni, ma è solo nel 2016 che esce il disco d’esordio ‘Lesbianitj’ con l’etichetta Bomba Dischi. In tour a Bologna ieri e oggi, entrambe le date sono sold out da una settimana. Sui social si definiscono “morti dentro, cimiteri evidenti, baccalà, gretti senza sassi”. Nella vita reale indossano passamontagna in latex e felpe coi led. Prima di salire sul palco del Covo Club con improbabili occhiali da sole, cappellini a forma di scimmia e una sorta di videogioco psichedelico come sfondo, ci siamo fatti raccontare da Davide Panizza - leader e cantante del gruppo - chi sono i Pop X.

Pop X è un gruppo, un collettivo artistico, un progetto. Dove e quando nasce?

“Io e Walter Biondani ci siamo conosciuti a Trento mentre recitavamo nel Don Giovanni di Mozart. Lui suonava in un altro gruppo, i Jengyskà, e nel 2004 abbiamo iniziato a lavorare insieme scrivendo da subito pezzi nostri. In realtà prima dei testi nascono i video, a cui aggiungiamo successivamente basi musicali e parole”.

Da quando siete sotto Bomba Dischi (la stessa di Calcutta, ndr) siete letteralmente esplosi, come dimostra il successo delle due date a Bologna, entrambe sold out. La popolarità è iniziata su YouTube?

“Quando abbiamo cominciato non sapevo nemmeno cosa fossero Internet e YouTube. I ragazzi, dalle mie parti, non passavano tempo su Internet, in montagna e nei paesi l’adsl non arrivava. Abbiamo semplicemente fatto un cd, una ventina di copie, e l’abbiamo distribuito ai nostri amici”.

Pop X è il nome del gruppo, del primo disco autoprodotto, e di una canzone.

“Esatto. Il primo album si chiamava ‘Pop X’, come ‘pop per’, nel senso di pop per chi lo ascolta. Adesso mi sembra più carino chiamarlo Pop X, con la ics. Anche noi cambiamo col variare delle mode”.

Voi siete in sette, ma durante i concerti la filosofia sembra essere quella del “chi c’è suona”. A volte sul palco siete in due, a volte in cinque…

“Sì, anche se per il tour di Lesbianitj abbiamo cercato di stabilizzare un po’ le presenze. Io canto, quindi naturalmente ci sono sempre. Ogni tanto si aggiunge anche Laura, una performer che ho conosciuto a Helsinki, dove ho abitato per un anno. Gli altri sono Walter, Niccolò di Gregorio, Luca Babic, Andrea Agnoli, Pietro Parisi”.

I testi e i video delle canzoni hanno qualcosa di incredibile, di profondo, di assurdo, di sconvolgente, di inclassificabile. Cantate soltanto in italiano ma dissacrate la musica italiana. Quali sono i vostri artisti di riferimento?

“Ci piace la nostra lingua e siamo molto legati alla nostra terra, alla natura, alle montagne del Trentino, dove ambientiamo spesso i video. Per quello che mi riguarda ascolto un po’ di tutto, da Battiato a Michael Jackson. E Laura Pausini”

Negli ultimi anni avete fatto cover di De André, Luca Carboni, The Giornalisti, e il remix di due brani de I Cani. Progetti futuri?

“Stiamo iniziando a pensare al prossimo disco. Poi c’è ‘Uccelli’, un progetto strumentale d’improvvisazione con strumenti elettronici”.

Tra le vostre canzoni ci sono titoli sfrontati come ‘Sono stato ghey’ o ‘Drogata schifosa’. Nei testi riuscite in qualche modo a concentrare verità metafisiche in un’apparente superficialità. La verità è che siete molto sopra le righe: ma ci siete o ci fate?

"Mi chiedo perché la gente se lo chieda. Noi, più che altro, ci divertiamo".

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