Bologna, note ed emozioni alla serata spettacolo nella casa di Lucio Dalla

Tra gli ospiti Pupi Avati, Rita Pavone, Alessandro Haber, Gaetano Curreri ed Enrico Rava

Pupi Avati, Rita Pavone, Gaetano Curreri ed Enrico Rava a casa di Dalla (fotoSchicchi)

Pupi Avati, Rita Pavone, Gaetano Curreri ed Enrico Rava a casa di Dalla (fotoSchicchi)

Bologna, 3 marzo 2017 - Non sarà "in riva al mare" e forse nemmeno "piccola così", ma casa di Lucio è davvero un posto speciale, perché ogni suo angolo parla di lui. Quando poi le stanze, come questa sera, risuonano delle sue note e delle voci degli amici di una vita, il ricordo rischia davvero di trasformarsi in commozione. Se Dalla avesse suonato il famoso campanello del commendator Domenico Sputo, infatti, fino a pochi minuti fa avrebbe trovato ad aspettarlo, nella sua abitazione di via D'Azeglio 15, tanti compagni di musica e avventure, pronti a festeggiare insieme la vigilia del suo compleanno.

Il teatro della riunione, stracolmo di cimeli, strani busti e vecchi 45 giri, è stata la 'Stanza di Caruso', dominata dal ritratto del tenore napoletano, al cospetto del quale i presenti hanno letto, cantato e suonato, come facevano con Lucio fino a cinque anni fa. C'era Pupi Avati, che lo conobbe bambino e lo detestò, come ha spesso raccontato, per il talento innato che lui, clarinettista mancato, riversò poi nel cinema. “Devo a lui se ho mollato il clarino e mi sono dedicato alla macchina da presa" ha spiegato Avati con un sorriso, dopo avere raccontato come Lucio, a soli sette anni, fosse già una star degli spettacoli parrocchiali del teatro di San Giuseppe. "Ma lui mi deve la vita perché evitai di scagliarlo giù da una guglia della Sagrada Familia di Barcellona, quando ebbi la possibilità di farlo” ha aggiunto il regista bolognese.

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“Io sono nato come sua riserva in un film di tanti anni fa, visto che fra di noi c'era una vaga somiglianza”, è stato poi il ricordo più curioso di Alessandro Haber, che ha declamato un brano di prosa scritto da Lucio il cui passaggio più toccante recita che “morire è soltanto sparire sotto una dolce nevicata”.

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Ha ricordato invece gli anni ruggenti passati sotto l'ala di Rca Rita Pavone, che ha rievocato la loro prima collaborazione “per un western musicale che ci divertì molto ma che lui fece, ne sono sicura, solo perché gli fu imposto dall'etichetta”.

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Fra i più grandi jazzisti italiani, poi, Enrico Rava ha scelto di omaggiare Lucio con una malinconica versione di “Over the rainbow”, l'unico brano che abbiano mai eseguito insieme. Nel finale di serata, inoltre, è intervenuto, a sorpresa, Giorgio Comaschi, che ancora non si stupirebbe “vedendo il nostro amico seduto al bar in piazza Cavour”.

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I momenti forse più emozionanti, però, sono stati i tributi in musica di Gaetano Curreri, leader degli Stadio e storico membro della band di Dalla, che, narrati i bei tempi “dei concerti senza scaletta e del perfezionismo quasi ossessivo di Lucio”, ha intonato “Anna e Marco” e “La sera dei miracoli”. “Una sera così strana e profonda – avrebbe pensato il festeggiato – che lo dice anche la radio”.

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