Stefano Accorsi: "A Bologna mi emoziono"

L’attore in sala al Capitol: "I cinema in centro sono fondamentali"

Sergio Castellitto, Jasmine Trinca e Stefano Accorsi al Festival di Cannes (Afp)

Sergio Castellitto, Jasmine Trinca e Stefano Accorsi al Festival di Cannes (Afp)

Bologna, 26 maggio 2017 - Da bolognese, Stefano Accorsi conosce bene il Capitol, dove questa sera alle 20.20 arriva per presentare al pubblico l’ultimo film di cui è interprete assieme a Jasmine Trinca, Fortunata diretto da Sergio Castellitto (anch’egli presente in sala) su sceneggiatura di Margaret Mazzantini. E, da bolognese, è preoccupato per il destino delle sale di via Milazzo e dei lavoratori. «Perdere il lavoro in questo momento – dice – è veramente angosciante». Di lavoro in effetti parla anche Fortunata, storia di una ragazza-madre che sogna di aprire un negozio da parrucchiera per trovare il proprio angolo di felicità. Stefano è invece uno psicoterapeuta infantile che finirà per rimanere coinvolto sentimentalmente (e pericolosamente) con lei. «Una storia di attrazione scorretta», spiega.

Accorsi, lei da ragazzo frequentava il Capitol?

«Certo e resto un convinto sostenitore dei cinema nei centri urbani. Dopo la rivoluzione delle multisale, resta uno zoccolo duro di pubblico che preferisce i film proposti nel cuore delle città. Queste sale sono fondamentali per arricchire il tessuto sociale e dare nuova vita ai centri storici».

‘Fortunata’, il film che presenta stasera, è stato appena proiettato a Cannes nella sezione ‘Un certain regard’. Come è andata?

«Ci sono stati lunghi applausi e commenti favorevoli. Il film, del resto, è già nelle prime posizioni del box office. Castellitto e la Mazzantini scrivono per andare alla pancia del pubblico, facendolo riflettere. A me intriga l’aspetto psicanalitico e la forte dose di inconscio che sostengono i fili delle loro tante storie».

Ha anche debuttato ‘1993’, la serie da lei ideata dedicata fantasiosamente, ma non troppo alle vicende dell’Italia degli anni di Tangentopoli. E’ vero che, rispetto a ‘1992’, qui c’è più noir?

«E’ vero, abbiamo voluto lavorare maggiormente sull’intreccio, coinvolgendo il mio personaggio, Leonardo Notte, in nuove dinamiche. Gli sceneggiatori sono già al lavoro per ‘1994’ che gireremo il prossimo anno: quello è l’anno in cui Berlusconi vince le elezioni... Da un punto di vista stilistico abbiamo voluto raccontare la storia in modo diverso».

E cioé?

«Con gli autori abbiamo paragonato quel periodo alla rivoluzione francese: il ‘92 è la speranza, il ‘93 il terrore, il ‘94 la restaurazione».

Il prossimo anno tornerà in teatro?

«Sì, con Marco Baliani completerò il progetto Grandi italiani: abbiamo allestito Orlando furioso di Ariosto e Decameron di Boccaccio. Adesso tocca a Lo cunto de li cunti, la raccolta di cinquanta fiabe in lingua napoletana di Giambattista Basile. A Roma creeremo un grande evento rappresentando per un mese i tre spettacoli insieme».

Dopo aver interpretato un corridore automobilistico in ‘Veloce come il vento’ si è messo a correre davvero...

«Ho disputato con Massimo Arduini poco tempo fa la mia prima gara nel Campionato Italiano Turismo. E’ iniziato tutto per scherzo, ho cominciato ad andare in pista con la macchina... E poi mi sono ritrovato ad Adria. Arrivare a fine gara e piazzarsi bene è stata una grande soddisfazione».

Cosa significa per Stefano Accorsi tornare nella sua Bologna?

«Un’emozione fortissima. L’ultima volta, mentre recitavo al Duse, ho avuto un vuoto di memoria, un incidente che non mi capita mai. E’ come se, venendo qua, fossi più sensibile, temessi di più il giudizio del pubblico».

Chi vede quando si trova da queste parti?

«Un po’ di amici del liceo, con cui cerco di mantenere legami. Qui ho fatto anche la Scuola di Teatro: un vecchio compagno di corso recita con me in Decameron».

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