"Quel giorno il signor Spock entrò nel mio negozio"

Massimo Romani ricorda l’attore di Star Trek

Leonard Nimoy (il signor Spock) con Massimo Romani nel 2002

Leonard Nimoy (il signor Spock) con Massimo Romani nel 2002

Bologna, 1 marzo 2015 - «Lunga vita e prosperità». Così, con il saluto a dita giunte conosciuto in tutta la galassia, terminava l’ultimo tweet di Leonard Nimoy, per generazioni di appassionati il signor Spock di Star Trek. Venerdì con la sua scomparsa, all’età di 83 anni, si è aperta una voragine nel cuore di milioni di fan. Tra questi, Massimo Romani, unico italiano ad essere riuscito, assieme all’associazione Stic-AL (Star Trek italian club Alberto Lisiero) di cui è vicepresidente, a portare in Italia nel 2002 l’attore per la convention annuale dedicata alla serie cult degli Anni ’60 (che quest’anno si terrà dal 29 aprile al 3 maggio vicino a Rimini).

Da Bel Air (dove Nimoy ha vissuto fino alla sua scomparsa) a Bellaria, per regalare un sogno ai suoi fan. «L’emozione è stata grandissima – racconta Romani –. Anche se il mio personaggio preferito è il capitano Kirk, Spock è il simbolo di Star Trek, ‘l’uomo con le orecchie a punta’ , un mito per tante generazioni. Leonard Nimoy ricorda un po’ il suo personaggio: tranquillo, serio, pacato. Tutto il contrario dell’esuberante Shatner (il capitano Kirk)».

Per quanto preciso e riservato, «Nimoy era felice in mezzo ai suoi fan, aveva un sorriso per tutti«. Senza dimenticare la parentesi rosa: «Una ragazza che gli faceva da guardia del corpo – racconta Romani, ridendo –, aveva fatto breccia nel suo cuore. E nonostante i vulcaniani (la ‘specie’ di Spock; ndr) si innamorino solo ogni 7 anni, per lei ha fatto un’eccezione, chiedendole di seguirlo negli Usa». Nimoy non sarebbe però più tornato in Europa, una trasferta diventata troppo impegnativa.

E’ ripartito, non senza una tappa a Bologna, al negozio ‘Ultimo Avamposto’ di via Boldrini, gestito da Romani e la sua compagna, vero rifugio per gli appassionati del genere fantascientifico, dove da vent’anni sono anche esposti in una mostra oltre mille tra costumi, oggetti di scena originali e cimeli della serie e dei numerosi film di Star Trek. E dove il signor Spock ha lasciato la sua firma, assieme a quelle degli altri attori, sul ‘wall of fame’. «Quel ruolo è stato il suo successo e la sua croce – spiega Romani, esibendo l’autografo con orgoglio –, una parte difficile da scrollarsi di dosso, soprattutto per Nimoy, che era una persona eclettica e oltre che attore è stato regista (del quarto film di Star Trek), musicista e fotografo. ‘Ho avuto la fortuna di poter fare ciò che mi piace’, mi disse nel 2002. Ma prima di tutto lui è e resterà sempre Spock».

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