Bologna, 27 settembre 2010 - UN CAMPIONE olimpico per Santo Stefano. Un campione speciale che risponde al nome di Venuste Niyongabo, nato il 9 dicembre 1973 a Vugizo, in Burundi. Venuste è stato il primo atleta di quel paese africano a vincere una medaglia d’oro olimpica. Era il 1996, Venuste trionfò ad Atlanta (i giochi della Coca Cola), in modo singolare. Era tra i favoriti della prova dei 1.500, si spostò improvvisamente sulla distanza dei 5.000 e vinse egualmente l’oro.


Oggi Venuste lavora per la Nike e vive a Bologna. Così legato a questa città da considerarsi a tutti gli effetti bolognese d’adozione.
«Lo ammetto — racconta con il suo caratteristico sorriso — talvolta faccio persino confusione. E’ che vivendo tutto l’anno a Bologna e trascorrendo le vacanze in Africa faccio un po’ di confusione».


E’ pronto, però, a portare la sua Africa in piazza Santo Stefano.
«Arrivo dall’Africa — insiste — dove i monumenti e la storia hanno significati diversi. Penso, per esempio, a quando sono stato alle sorgenti del Nilo: un fiume che è stato la culla di tante civiltà. In Europa, però, ho cominciato ad apprezzare le strutture medioevali. Prima a Siena, dove ho vissuto per qualche tempo, oggi a Bologna. E Santo Stefano, la piazza e la Basilica delle Sette Chiese sono parte integrante di questo fascino».


CORRERA’ per Santo Stefano, se possibile. «Non sono sicuro di esserci — commenta — però non posso tirarmi indietro. Credo di essere soprattutto un cittadino del mondo, che rispetta gli altri, che lavora per l’integrazione. Bologna mi piace, ci vivo davvero bene. Per questo non posso che prender parte a questa iniziativa. Santo Stefano fa parte di Bologna, io mi sento parte di Bologna: ci sono, con la mia storia, con la mia voglia di correre. Con il mio modo di interpretare la vita e di essere un cittadino del mondo».


Una medaglia d’oro olimpica tira l’altra: dopo quella di Andrea Minguzzi (oro a Pechino nella lotta) ci sarà quella di Venuste.
«E magari — se la ride — correndo scopro anche qualche talento. In fondo il mio lavoro, ora, consiste proprio nel selezionare atleti che un giorno possano arrivare ai Giochi Olimpici e magari vincere una medaglia d’oro».


NON SARA’ FACILE
per il semplice motivo che non si diventa Venuste Niyongabo per caso. Ma l’eroe di un intero paese (ogni qual volta rientra in patria viene trattato con tutti gli onori, facendo parte della storia sportiva di quella nazione) sicuramente ce la farà anche questa volta.
«Ma domenica — conclude — intanto corro per Santo Stefano».