Bologna, il tifoso Edoardo Corvinelli. "A piedi al Franchi per un calcio senza violenze"

L’impresa in vista del derby dell'Appennino, il 12 settembre. "Il mio è un omaggio a Schiavio"

Edoardo Corvinelli con la maglia di Schiavio

Edoardo Corvinelli con la maglia di Schiavio

Bologna, 6 settembre 2017 - Più che un'impresa sportiva, è una scommessa in nome dello sport pulito, che fa battere forte il cuore. E quello di Edoardo Corvinelli, impiegato di 51 anni, batte da sempre per i colori rossoblù. In un’insonne notte estiva, Edo ha concepito un’avventura che lo condurrà verso il derby dell’Appennino di sabato 16 settembre, quando Fiorentina e Bologna si incontreranno per una sfida che tradizionalmente accende le due tifoserie, nel bene ma anche nel male. Il 12 settembre Corvinelli partirà dallo Stadio Dall’Ara per giungere a piedi, il giorno del match, all’Artemio Franchi di Firenze. Percorrerà la Via degli Dei, un cammino di 130 chilometri che congiunge i due capoluoghi, ben noto agli appassionati di trekking, indossando la maglia storica di Angelo Schiavio, centravanti del Bologna e della nazionale.

Qual è il significato di questo pellegrinaggio sportivo? «E’ un omaggio a Schiavio, il più grande giocatore rossoblù di tutti i tempi, a cui sono legato da un ricordo importante».

Quale? «Il 25 novembre del 1928 fu disputata la prima partita ufficiale Fiorentina-Bologna, il Bologna vinse 3 a 2 con una tripletta di Schiavio».

E lei cosa c’entra? «Mio nonno Edoardo accompagnò mio zio Corrado, che mi ha trasmesso la passione per il Bologna, a quella prima partita. Ci andarono a piedi da qui, passando per la Futa perché allora la Via degli Dei non esisteva ancora. Questo episodio mi è stato raccontato tante volte da mio padre Renato».

Lei è un appassionato di trekking? «No. Non ho mai fatto nulla di simile. Ho iniziato ad allenarmi quando è uscito il calendario di Serie A. Un’osteopata mi ha un po’ rimesso in forma».

E pensa di farcela? «L’adrenalina della passione per il Bologna mi aiuterà ad andare avanti anche nei momenti difficili, un passo dopo l’altro».

Sarà accompagnato da qualcuno? «Per un tratto da mia figlia Alice e per buona parte del percorso dal mio amico Pier, che è un esperto cartografo. Le maglie mi sono state fornite da Luciano Brigoli, storico del Bologna Fc e come unico sponsor ho Vergnana Gomme, per i quali ho coniato il motto: vicino a te anche quando sei a piedi».

Lei attraverserà Firenze indossando una maglia del Bologna. Come pensa che l’accoglieranno? «Questa è un’incognita. Sulla pagina Facebook ‘C’è solo la Fiorentina’ hanno parlato di me e i primi commenti sono stati positivi, anche se ho ricevuto parecchi insulti. Conto nel buon senso di tutti».

Parlare di rivalità fra le due tifoserie è un eufemismo. «Io dal 1977 non ho mai perso una partita in casa del Bologna e di trasferte ne ho fatte tante. Per me essere tifoso è una professione. Fra bolognesi e fiorentini in passato ho visto tante scene di violenza, ma ormai siamo nel 2017. Attorno a noi c’è talmente tanta violenza che portarla nello sport non ha davvero più alcun senso. Lo sport va vissuto con la giusta mentalità. Voglio creare un clima più disteso fra le due tifoserie, ugualmente appassionate e sempre agguerrite. Non amici, ma neanche nemici».

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