Bologna, 27 dicembre 2010 - SENZA TREGUA. Mentre il Bologna risorgeva dalle ceneri di Porcedda, la Procura della Federcalcio metteva il neonato club sotto indagine.
Motivo: sospetto di plusvalenza fasulla dietro lo scambio Valiani-Pisanu con il Parma. Brutta faccenda anche questa. Se le accuse fossero confermate, il Bologna sarebbe deferito con l’accusa di illecito amministrativo. La tariffa? Ormai è nota: un punto di penalizzazione. Che si andrebbe a sommare a quello che il Bologna ha già pagato per il mancato versamento delle tasse del trimestre aprile-maggio-giugno 2010 e ai due che presto arriveranno per mancato versamento di stipendi e relative tasse del trimestre luglio-agosto-settembre.
 

L’onda lunga della precedente gestione continua a mortificare il lavoro della squadra e costringe la nuova dirigenza ad affrontare una salita più ripida del previsto.
L’ultima, inquietante vicenda racconta anche di una coincidenza che lega il Bologna di un passato prossimo da cancellare il più in fretta possibile a quello che ha visto la luce pochi giorni fa: a condurre il mercato dello scorso gennaio, quindi a procedere all’operazione che ha rimesso il club sotto indagine, fu Luca Baraldi, l’uomo che ha portato i soci di Massimo Zanetti molto vicini alla rottura con il presidente appena designato.
Baraldi è stato appena richiamato da Zanetti. Se n’era andato con una bella liquidazione, dopo aver ricoperto per circa tre mesi il ruolo di direttore, più o meno generale, e torna con l’incarico di amministratore delegato. Le qualifiche dicono poco: il senso è che allora come oggi la gestione del club era cosa sua.
 

MENARINI AVEVA BISOGNO di dare una sistemata al bilancio che già, evidentemente, faceva acqua. Valiani era (è ancora) un ottimo giocatore, serio e attendibile. Gli mancava qualcosa per conquistare la platea del Dall’Ara: dopo la prodezza di San Siro all’esordio in serie A, non era riuscito a mantenere un po’ di efficacia in zona gol o, in alternativa, ad acquistare il guizzo per sparigliare le carte.
Baraldi lo indicò alla proprietà come il titolare da sacrificare. In cambio di Pisanu, giocatore dalle indiscusse capacità tecniche ma, purtroppo per lui, perennemente alle prese con qualche problema di natura fisica. Valiani continua a giocare titolare fisso nel Parma e Pisanu ha giocato mezza volta nel Bologna.
 

Fu questa la stranezza: il Bologna sacrificò un giocatore fisicamente perfetto per mettersene in casa uno che guadagnava parecchio di più e che giocava molto ma molto di meno.
Poi arrivò la crisi societaria e in quei giorni uscirono molti scheletri dagli armadi rossoblù. Uno scricchiolìo qua e uno là, la Procura federale ha drizzato le antenne e ha ufficialmente messo il Bologna sotto inchiesta.
 

Pisanu è già stato interrogato. Presto toccherà a Valiani, a Baraldi e agli altri protagonisti di questa vicenda.
Due volte sotto inchiesta in un solo anno solare. Il Bologna che, Baraldi bis a parte, ha appena tagliato i cordoni ombelicali che lo legavano al suo triste e indecifrabile passato prossimo, suo malgrado sta per stabilire un record. La famiglia Menarini fu deferita per aver intrattenuto rapporti con Moggi, nonostante l’inibizione e nonostante sia ancora aperto il processo di Napoli.
Anche questa nuova indagine va messa sul conto della precedente gestione, ma rischia di incidere in modo pesante sull’andamento della stagione in corso. Se i tre punti di penalizzazione dovessero aumentare, la squadra sarebbe costretta a viaggiare quasi al ritmo di qualificazione all’Europa League (la vecchia Uefa), sapendo però di essere nata per garantire una salvezza tranquilla.