Bologna, 24 settembre 2011 - «Le partite durano novanta minuti, non cinquanta. E noi siamo usciti troppo presto dalla partita — è il rammarico di Stefano Pioli —. Il secondo gol della Lazio ci ha tagliato le gambe: ma non lo dovevamo prendere. C’è stata una disattenzione difensiva, dovevamo seguire meglio Cissè e il taglio di Lulic...». In casa Bologna la lingua batte dove il dente duole. Lo dice il presidente Albano Guaraldi : «Buon primo tempo, purtroppo prendiamo sempre gol a inizio ripresa...». Lo ripete il vicepresidente Maurizio Setti: «Non si può prendere un gol così, è un problema di deconcentrazione». E anche a Stefano Pioli duole parecchio il 2-0 firmato da Lulic che ha messo sotto chiave i tre punti per la squadra di Reja.
«Fino a quel momento — dice Pioli — avevamo tenuto testa alla Lazio, manovrando bene e creando occasioni. Poi, sul 2-0, loro si sono comportati da squadra esperta, non hanno più rischiato niente e hanno portato in porto il risultato».
 

Bologna promosso per 50 minuti, ma nel complesso bocciato: dalla prestazione di ieri e dalla classifica. Più che alla classifica, Pioli guarda alla sostanza di una squadra che, invenzioni di Ramirez a parte, non riesce a creare gioco. «In effetti in mezzo al campo abbiamo più caratteristiche di interditori che di costruttori di gioco — ammette il tecnico rossoblù —. Ma dobbiamo lavorare per trovare le posizioni giuste in mezzo al campo che ci consentano di manovrare di più. È un lavoro che abbiamo iniziato a fare e dovremo portarlo avanti in fretta». Sottinteso: il campionato non aspetta a lungo chi non fa punti. «C’è ancora tanto da lavorare — dice Pioli —. Mercoledì torniamo di nuovo in campo col Chievo: una partita per noi molto importante».
 

Sarebbe importante anche ritrovare il Di Vaio vero, e non il fantasma del campione che tutta Bologna ha ammirato negli ultimi tre anni. Pioli, però, non se la sente di gettare la croce addosso al suo capitano: «Io continuo a vedere un Di Vaio vivo e attivo, che in campo lotta e lavora con continuità. Però è chiaro che per un attaccante che ha sempre fatto gol la gestione dell’astinenza può diventare pesante. Resto però dell’idea che il problema non sia Di Vaio, ma la crescita di tutta la squadra. Dobbiamo costruire di più e non portare palla come abbiamo fatto stasera. E dobbiamo pensare che ogni pallone per noi può essere decisivo».
Nel calcio, il solo modo per crescere è fare punti. Impossibile, per Pioli, non essere d’accordo: «Questa squadra ha bisogno soprattutto di fare dei risultati».