Bologna, 3 agosto 2012 - Il Procuratore federale Stefano Palazzi ha chiesto due punti di penalizzazione e 50mila euro di ammenda per il Bologna, nell’ambito del processo sul calcioscommesse, filone di Bari, in corso a Roma.
 

Il club felsineo era stato deferito per responsabilità oggettiva per l’illecito del calciatore Daniele Portanova, per il quale il Procuratore federale ha chiesto 3 anni di squalifica, e per le omesse denunce dell’ex capitano Marco Di Vaio per il quale è stato chiesto un anno di squalifica e del team manager Marcello Sanfelice, che ha chiesto e ottenuto di patteggiare con 4 mesi di inibizione, relativamente alla presunta combine di Bologna-Bari del maggio 2011.

Breve ma incisivo il commento del presidente rossoblù Albano Guaraldi: "Prendo atto di queste richieste di condanna che sono molto dure’’. ‘’Domani - aggiunge - c’è il dibattimento e la parola passa alle difese. Speriamo di mitigarle, queste pene, se non annullarle’’.

 

La difesa di Portanova: "Palazzi ci sorprende due volte"

"Il procuratore Palazzi ci sorprende, due volte’’. E’ il commento dell’avvocato Gabriele Bordoni, difensore di Daniele Portanova del Bologna. ‘’Non ci sorprende l’entità della pena - argomenta Bordoni, che domani terrà la propria arringa - era chiaro che avrebbe chiesto qualcosa del genere, essendo convinto dell’illecito. Sorprende invece che abbia ignorato il documento, che abbiamo depositato stamattina e che la commissione disciplinare ha fatto proprio, che certifica come la Procura penale di Bari, dove Portanova è indagato, ci ha negato l’accesso ai tabulati telefonici che possono dimostrare che non ci fu telefonata tra Portanova e l’allora capitano rossoblù, Marco Di Vaio. Atti che nemmeno la procura federale ha acquisito. Il processo sportivo prevede questa diabolica inversione dell’onere della prova. Non è l’accusa che deve provare che questa telefonata c’è stata, siamo noi che dobbiamo provare che non c’è stata. Un assurdo, che abbiamo posto all’attenzione della Corte. Proponendo due alternative: o la nullità degli atti, per una limitazione della possibilità di difenderci. Oppure di fare un ragionamento logico. Se la procura di Bari, che ha dato tanti atti al processo sportivo, ha deciso di non dare questi tabulati perché coperti da segreto istruttorio, possiamo dedurre che lo ha fatto perché non sono rilevanti al fine del processo disciplinare, e dunque non forniscono la prova di quella telefonata. E’ una prova logica, ed è scagionante’’.

‘’La seconda sorpresa che ci procura Palazzi - prosegue Bordoni - è quando non tiene conto che ci sono due testimoni contraddittori, uno che parla di un accordo sul 2-1 per il Bari, l’altro di un 3-1 a favore del Bologna. Palazzi, prima che facessimo notare questa contraddizione, sosteneva che l’accordo ci fosse per un successo del Bari perché aveva una quota altissima. Ora il procuratore glissa e dice che l’accordo era una scommessa sull’over. Ma con due gol l’over è a due e mezzo, con 3 sale a tre e mezzo. Anche aritmeticamente c’è contraddizione, non ci può essere comunque un’intesa su due risultati così diversi’’.

 

I legali di Di Vaio: "Diabolica inversione dell'onere della prova"

Guido Magnisi e Aldo Savoi Colombis, avvocati dell'ex capitano rossoblù Marco Di Vaio, concordano con il loro collega: "E’ una diabolica inversione dell’onere della prova’’. ‘’Di Vaio di certo non intende patteggiare. Daremo battaglia’’. ‘’Abbiamo chiesto a Vodafone di darci i tabulati delle chiamate dell’ex capitano del Bologna - ha detto Magnisi - ma il gestore telefonico non può darli ai legali al di fuori dell’ambito penale. Alla base del deferimento di Di Vaio per omessa denuncia da parte della giustizia sportiva c’è infatti una telefonata che gli avrebbe fatto Portanova (deferito per illecito sportivo) il 18 maggio 2011. Secondo l’accusa, è verosimile che Portanova abbia chiamato l’allora capitano per sondare la sua disponibilità ad un ‘aggiustamento’ della partita con il Bari. Abbiamo depositato la risposta del garante che dice come appunto solo nel processo penale le parti possono accedere a quei tabulati’’.

Tant’è - fanno notare Magnisi e Savoi - che la Procura di Bari, dove Di Vaio non è indagato, al difensore di Portanova quegli atti li ha negati, ‘’evidentemente perché irrilevanti’’: ‘’Irrilevanti quelli, e in più abbiamo depositato la testimonianza del centralinista del Bologna, secondo cui non c’è stato alcun utilizzo di telefoni fissi interni tra giocatori del Bologna. Di fronte a questo, Palazzi oggi ha detto che magari i due calciatori si sono parlati su utenze non intercettabili, come Skype. Solo che lui non ha l’ obbligo di provare questa circostanza, non dobbiamo provare che sia falsa. Daremmo battaglia per il riconoscimento dell’assoluta estraneità del nostro assistito. Che è innocente e non vuole per questo patteggiare’’.

FOTO Daniele a Casteldebole per raccontare la sua verità

VIDEO Guarda e ascolta la conferenza di Portanova