Bologna, 15 maggio 2014 - L’asso di briscola, per mettere il coperchio sulla città in ebollizione dopo la rovinosa caduta del Bologna in serie B, ha la faccia di Zdenek Zeman. Fantacalcio, più o meno. Uno spot, a essere benevoli. Simile a quello di Baggio (che avrebbe dovuto prendere il posto di Pioli) dello scorso inverno, solo un po’ più verosimile.

La realtà racconta di altre cose, che hanno il diritto di precedenza assoluta, come un’ambulanza che corre a sirene spiegate. Guaraldi non ha ancora comunicato ai suoi preoccupati soci la data del prossimo cda, dove le richieste di spiegazioni saranno due in particolare: è vero che dalle case del Bfc sono già usciti denari per il pagamento dei terreni destinati al nuovo centro tecnico di Granarolo che, pare, non vedrà mai la luce? Poi: se Diamanti è stato ceduto, altrimenti il pagamento degli stipendi sarebbe stato problematico, come mai il club dovrà attingere ai proventi dei diritti tv della prossima stagione, di fatto dimezzando i 12.5 milioni previsti?
Sono interrogativi che peseranno anche sulla trattativa fra Massimo Zanetti e Albano Guaraldi, sempre che i due, un giorno, abbiano l’opportunità di sedersi uno di fronte all’altro per perfezionare il passaggio delle azioni.

IERI, intanto, da parte dei professionisti di Zanetti, è partita la richiesta ai sindaci di Bologna 2010 (la finanziaria del Bfc) di esaminare i conti. Come annunciato, Guaraldi non si opporrà e metterà il socio, «silente» da due anni e mezzo, nelle condizioni di farsi un’idea precisa di ciò a cui andrebbe incontro. Una sorta di due diligence (ci risiamo...) in famiglia. Fra qualche giorno, si può ipotizzare a metà della prossima settimana, ma forse prima, Zanetti e Baraldi (che affiancherà di nuovo il primo presidente di questa ‘era’ rossoblù) avranno un quadro della situazione più chiaro, anche se un’idea di cosa troveranno se la sono già fatta. Non è stato difficile e non c’è stato bisogno di talpe: hanno semplicemente seguito l’evolversi della stagione rossoblù e sono consapevoli di dover mettere le mani su un cratere che da un momento all’altro potrebbe eruttare lava incandescente. Insistono le voci che segnalano abbastanza preoccupati i sindaci della società che, in caso di default, sono considerati i primi responsabili. Non è per caso che, nel 1993. toccò a loro, ai sindaci, portare i libri in tribunale. Ma cosa esattamente leggeranno nei libri contabili del Bologna i commercialisti di Zanetti non si sa e prevedere quale reazione abbia il potenziale nuovo presidente non è semplice.

È CHIARO che si troverà di fronte a un robusto passivo e che chiederà a Guaraldi di partecipare alla sua riduzione, così come in passato fecero Menarini (un signore) e Porcedda (che lasciò sul piatto un albergo dopo essersi intascato tre milioni cash: meno signore). Come Guaraldi intenda reagire a questa più che probabile richiesta non è dato di sapere. Se dicesse di no Thelma-Guaraldi, rimarrebbe a bordo della sua auto e chiederebbe alla ‘ Louise’ di turno (in questo senso il presidente è volubile e ne cambia una ogni tre mesi) di premere più che può sull’acceleratore e di puntare dritto verso il grande balzo.
In caso di fallimento, però, nella sua veste di socio Zanetti non potrebbe rilevare il club dal tribunale. Cosa che non esclude un suo futuro da prim’attore, ma che complica comunque le cose.Una certezza, per ora: sia per rimettere in sesto il Bologna che per andare incontro a Zanetti, Guaraldi dovrà attingere al proprio patrimonio personale. In questo momento tutti i bolognesi si augurano che il presidente ne abbia uno assai cospicuo.

Stefano Biondi