Bologna, 17 maggio 2014 - Massimo Zanetti e Albano Guaraldi si sono incontrati ieri a Treviso nel primo pomeriggio e sono rimasti intorno a un tavolo fino alle 18 circa. Il presidente del Bologna era in compagnia di un professionista (commercialista o avvocato, non ci è ben chiaro), mentre Luca Baraldi, prima impegnato altrove, è entrato sulla scena intorno alle 17.

È ovvio che l’incontro sia stato avvolto da una spessa pellicola di discrezione, ma qualcosa sui contenuti, con il passare del tempo, è filtrato. Un po’ di agitazione da parte di Guaraldi, che avrebbe ammesso la propria stanchezza e le difficoltà (o impossibilità?) nel rimettere in moto la macchina rossoblù il cui motore rischia seriamente di fondere, dopo la retrocessione in B. Molta attenzione da parte di Zanetti e toni presto cordiali quelli adottati dall’ex (e forse prossimo) presidente che dell’interlocutore ha apprezzato la disponibilità a scoprire subito le carte, senza recitare l’insostenibile ruolo dell’uomo che non deve chiedere mai.

È molto importante che i due abbiano trovato subito un piano comune di discussione, perché l’accordo, semmai ci sarà, richiede una settimana di sintonia. L’ostacolo più alto da superare, questo si sapeva, è quello del passivo da ripianare, ma senza l’asta dei buoni rapporti saltarlo sarebbe impossibile. Per rimettere finanziariamente in sesto il Bologna e attrezzarlo per l’immediato ritorno in serie A, servono circa 30 milioni di euro. Ma questo è un dato che gli uomini di Zanetti hanno ricavato dallo scarno riassunto dei conti che Guaraldi ha mostrato al suo interlocutore.

Ci saranno, la prossima settimana, modo e tempo per leggere attentamente i libri che Gabrieli (l’uomo dei conti rossoblù) metterà da lunedì prossimo a disposizione di Zanetti e del suo staff per trasformare le proiezioni in certezze. Si era capito che Mister Segafredo l’avrebbe fatto dalle parole che ha pronunciato subito dopo la caduta del Bologna in serie B: infatti Zanetti ha chiesto a Guaraldi di contribuire al risanamento del club. Si era capito dalle ultime mosse di Guaraldi: l’attuale presidente ha dichiarato la propria impossibilità ad accogliere la richiesta. Ma, per non sembrare categorico o provocatorio, ha aggiunto che ormai la gestione del Bologna rappresenta un peso difficile da portare e che è disponibile a trovare una soluzione.

È ovvio che al primo incontro, dopo essersi lanciati strali a mezzo stampa, i due non abbiano scoperto tutte le loro carte. Guaraldi sa che se non prende questo scivolo verso l’uscita la via del risanamento si farebbe ripidissima e che il rischio di fallire sarebbe alto. Zanetti sa che in questa storia l’unico dei due ad avere mezzi economici è lui, ma che l’altro, se lui interrompe la trattativa, ha tutto da rimetterci. Ha aspettato tanto (due anni e mezzo) e di fronte al disastro economico del Bologna e all’impossibilità di Guaraldi di tappare almeno alcune delle falle che ha aperto potrebbe decidere di aspettare ancora e di rilevare il Bfc in tribunale, come fece Gazzoni nel 1993. Ma potrebbe pure proporre un aumento di capitale di sei milioni circa al cda fissato per giovedì prossimo e con quello avrebbe la garanzia di salire al 51%, perché sarebbe lui, verosimilmente, l’unico a coprirlo.

Le notizie più importanti di questa giornata: 1) Guaraldi ha deciso di lasciare il timone della società e ovviamente tenterà di farlo evitando che i danni (da egli stesso ammessi ieri a Treviso) creati dalle sue scelte all’interno del Bologna non si ripercuotano su se stesso. 2) Zanetti, di fronte al disastro certificato, non ha fatto saltare il tavolo. 3) Lo stesso Zanetti ha fatto i primi calcoli (quelli che hanno portato alla necessità di mettere subito 30 milioni) in funzione di un campionato da promozione e non di transizione. 4) Le basi di un passaggio di consegne, con Guaraldi ancora socio del Bologna, ma con una quota minima, sono state gettate. 5) L’esame approfondito dei conti porterà a una risposta definitiva in tempi abbastanza rapidi.

Stefano Biondi