Bologna, 5 marzo 2011 - «SE SONO emozionato? - domanda Rossi -. Un po’ sì, lo devo ammettere. La Ducati per me è sempre stata un avversario. Ho vissuto e vinto con la Honda e con la Yamaha. Ho avuto nemici storici come Capirossi e Stoner e adesso, ritrovarmi qui, in questo team, ha davvero un sapore speciale. Proprio oggi (ieri, ndr) ho visitato per la prima volta l’azienda, a Borgo Panigale. Era la prima volta, è vero, ma per me è stato come tornare a casa e anche questo mi ha fatto emozionare».

E dopo le emozioni si può cominciare a sognare, no?
«Ehhh… Vediamo, aspettiamo un attimo».

In che senso?
«Bisogna essere obiettivi, per arrivare al massimo abbiamo ancora tanto da fare. Io per primo, purtroppo, non sono ancora in forma. Mi manca la condizione migliore per colpa della spalla. Sto lavorando moltissimo, sto già recuperando ma credo che avrò bisogno di un altro po’ di tempo. E poi c’è la moto…».

Già, ma la Gp11 a che punto è?
«Dobbiamo migliorare diverse cose, ma abbiamo già individuato i punti sui quali lavorare e insistere. Sull’elettronica ad esempio, come sulla distribuzione peso-telaio. La Desmosedici è velocissima, ha tanti cavalli e nelle accelerazioni e in rettilineo è assolutamente potente. Io però ancora non posso guidarla come vorrei e questo lo dobbiamo dire».

Dunque, quale potrà essere il vostro obiettivo nel primo Gp della stagione, fra tre domeniche in Qatar?
«Sono curioso di vedere che cosa riusciremo a fare non solo in Qatar, ma nelle prime sfide del Mondiale. Diciamo che giocheremo in difesa per mettere insieme dati e situazioni preziose per poi sfruttarle quando io e la moto saremo al 100 per cento».

Giocare in difesa che significa?
«Fare tesoro del lavoro che porteremo avanti per tutto il week-end e non guardare solo al piazzamento raggiunto in gara. Nei giorni prima del Gp potremo fare quello che purtroppo non siamo riusciti a concretizzare per una serie di motivi, non ultimo la febbre che mi ha bloccato per un giorno, nei test in Malesia».

Che penseranno Lorenzo e Stoner nel vedere Rossi iniziare il Mondiale in… difesa?
«Non lo so, ma so che la loro concorrenza sarà fortissima. La stagione inizia con una Honda e una Yamaha già competitive, ma noi, ne sono sicuro, rimedieremo in fretta».

Dica la verità, non è che per un attimo le è capitato di pensare: ‘chi me lo ha fatto fare di arrivare qui’?
«Macchè. Era già da qualche tempo che pensavo alla Ducati e comunque se non avessi fatto questa scelta adesso, beh… non l’avrei più fatta e avrei chiuso la carriera alla Yamaha».

E in rosso sta per cominciare forse l’avventura più importante della sua carriera, è d’accordo?
«Meglio dire che sto iniziando una delle fasi più importanti e non la più importante. Ho vissuto tanti momenti straordinari e questo ne sarà un altro».

Prudente, curioso, realista: c’è ancora una definizione che accetterebbe di farsi cucire sulla tuta?
«Appesantito. E sa perché? Mica c’entrano i chili. E’ che firmando per la Ducati mi sono preso sulle spalle un bel peso in più. Ora avrò la pressione e quindi la responsabilità di fare bene oltre che per i miei fans anche per quelli della Ducati. No, non sarà uno scherzo».

Bella la storia che la Ducati abbia dedicato la Gp11 ai 150 anni dell’unità d’Italia…
«Bellissima. E poi, io ho firmato solo adesso per la Ducati perché aspettavo la festa dell’Italia… Battute a parte l’adesivo che porteremo sulla moto per ricordare i 150 anni dell’Unità è una cosa molto importante».

Rossi, è vero che dopo quanto accaduto nel 2010 non è più scaramantico come una volta? Si sa, quando la fortuna volta le spalle…
«Beh, io i miei gesti scaramantici li farò sempre anche se mi sembra di aver capito che ormai la scaramanzia mica conta molto. Forse è diventata solo un’abitudine».