Bologna, Run 5.30, seimila di corsa per dare la sveglia alla salute

Sesta edizione per la corsa all'alba. Tanti volti noti, appena un attimo di paura e i selfie con il vescovo Zuppi

La marea rossa alla partenza (foto Schicchi)

La marea rossa alla partenza (foto Schicchi)

Bologna, 9 giugno 2017 - Un colpo d’occhio che toglie il fiato e che regala brividi ed emozioni. E’ il colpo d’occhio che, spesso e volentieri, solo Bologna è in grado di offrire quando si parla di sport, salute, corsa e benessere. C’è spazio anche per la sorpresa finale, perché transita da piazza Maggiore il vescovo della città, monsignor Matteo Zuppi. Le gente lo riconosce, chiede una foto. E il vescovo si ferma, risponde, si mette in posa per i selfie richiesti.

E prima della conclusione della gara? Un anno fa un cielo grigio, con qualche goccia di pioggia, fece da contorno all’edizione numero sei della Run 5.30. Stavolta niente cielo plumbeo, c’è il sole che illumina una piazza che, per qualche minuto è interamente rossa. Non siamo a Mosca, dove la piazza Rossa c’è veramente, siamo sul Crescentone, dove la tonalità prende spunto dal colore scelto dagli organizzatori di Ginger Ssd e Uisp per questa edizione.

Rispetto alle attese della vigilia c’è qualche defezione, perché dalla speranza di arrivare e magari oltrepassare il tetto dei settemila, i runner sono seimila o poco più, ma i decibel dell’entusiasmo crescono via via che si avvicina il momento delle 5,30 quando, per “statuto”, sarà dato il via alla corsa, rigorosamente non competitiva. In realtà, però, la partenza slitta di qualche minuto, ci sono dei controlli da effettuare, la posizione dei volontari lungo il percorso da testare e verificare.

Viviamo in un’epoca dove basta guardare la tivù per mettersi le mani nei capelli e rabbrividire. C’è solo un attimo di perplessità, nemmeno di tensione, solo perplessità. C’è un grosso camion che sta percorrendo un tratto di via Ugo Bassi. Le scene degli ultimi tempi, tra Nizza e Londra, sono negli occhi di tutti: gli agenti di polizia municipale intervengono tempestivamente. E’ solo un camion che consegna alimentari: nel dubbio sempre meglio controllare. Controllo effettuato: si può partire, con il sorriso sulle labbra. Il gruppo più numeroso probabilmente è quello delle Piscine Sogese che si presenta con duecento effettivi sulla linea di partenza (FOTO).

Anche il Passo Capponi, capitanato dal solito ed entusiasta Alessio Guidi, risponde con 65 unità. Chi va di corsa, chi al passo. Chi semplicemente coglie il pretesto per una camminata, prima di una giornata di lavoro e una romantica colazione nel cuore della città. Sono davvero in tanti, ci sono Favaron padre e figlio, ovvero Tiziano e Fulvio (primo un anno fa, anche se una classifica finale, con i tempi, non esiste), c’è l’assessore alla sanità Luca Rizzo Nervo, che ha davvero un buon passo e che ha preso questa abitudine da quando era il numero uno allo sport e non l’ha mai abbandonata.

Si vedono Alfeo Brognara, Cristiano Zecchi, Roberto Diolaiti, Stefano Dall’Ara, Marco Macciantelli. Ci sono, capitanate dalla blogger Beatrice Malfatti, le mamma di “Run mama run”: non tutte sono sole perché ci sono circa venti bambini al seguito. C’è Maria Caterina Manca, il solito Gianni Bruzzi che corre spedito, come quando era un atleta di statura internazionale. C’è Eugenio Pepoli, che per i Bradipi, la squadra di basket in carrozzina, è una istituzione.

C’è così tanta gente che è difficile davvero riconoscere tutti. Si stringono mille mani, ci sono tanti cenni di saluto. Qualcuno, quasi superfluo ricordarlo, con l’espressione un po’ assonnata. C’è, quest’anno solo in veste di appassionato ma non di runner effettivo, Marco Tarozzi dell’ufficio stampa della Virtus Pallacanestro. Ci sono gli ideatori della corsa, Sabrina Severi e Sergio Bezzanti con lo stato maggiore dell’Uisp, dal presidente Gino Santi a Donatella Draghetti (responsabile dell’evento per l’Unione italiana sport per tutti).

Non può mancare Marcello Ciurlo, che è il responsabile tecnico e ha studiato il percorso perché sia il più suggestivo possibile. E non possono mancare nemmeno i volontari dell’Associazione Nazionale Bersaglieri di Bologna, dei Rangers Emilia Romagna, così come quelli del gruppo scout Agisci La Mura 2. Clima di festa: all’arrivo ci sono le ciliegie da consumare, tra una chiacchiera e l’altra, per rimettersi in forze.

Quando su Bologna comincia a prendere consistenza il sole delle 7 (del mattino) della corsa non c’è più traccia. La Run 5.30 nella sua straordinaria semplicità è così: arriva, sistema la partenza, fissa il tracciato e l’arrivo. Attende la marea dei partecipanti. Presta attenzione che non ci siano cartacce né rifiuti lungo il percorso (qualcosa inevitabilmente può scappare, ma è fisiologico). E alle 7 tutti a fare la doccia per una nuova giornata di studio o di lavoro. Ma con uno spirito diverso e con quel sorriso che solo Bologna è in grado di assicurare.

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