Stampi Group, ritirata la mobilità per i lavoratori

Ora si apre la prospettiva degli ammortizzatori sociali, in ballo 84 dipendenti

La recente visita dell’arcivescovo Matteo Zuppi

La recente visita dell’arcivescovo Matteo Zuppi

Monghidoro (Bologna), 26 giugno 2016 - Un piccolo spiraglio all’orizzonte per gli 84 lavoratori della Stampi Group. Dopo la visita dell’arcivescovo Matteo Zuppi e l’impegno della Regione i dipendenti dell’azienda di Monghidoro, senza stipendio da cinque mesi, ottengono il ritiro della mobilità chiesto al liquidatore.

Il ritiro è giunto a seguito «della lettera ufficiale della Regione inviata nella mattinata al liquidatore Cappiello e delle diverse interlocuzioni telefoniche avvenute», spiega l’assessore alle Attività produttive, Palma Costi. Il ritiro della mobilità, prosegue, «apre finalmente la prospettiva dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali: era il passo obbligato e necessario per poter richiedere per i lavoratori della Stampi Group le forme più indicate degli ammortizzatori sociali, che già sono alla verifica e allo studio della Regione». «Continueremo con il massimo impegno a seguire questa situazione aziendale, con il fine di tutelare i lavoratori», conclude l’assessore.

Per simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa, invece, «per risolvere la drammatica crisi della Stampigroup di Monghidoro serve un sussulto di responsabilità sociale di impresa da parte del sistema delle aziende». La vertenza «è una ferita aperta: colpisce la dignità del lavoro e della persona umana e rischia di impoverire il nostro territorio. Le istituzioni, in primo luogo la Regione, hanno fatto e stanno facendo molto per arrivare a una soluzione positiva», che «può essere raggiunta solo se, a fianco dell’impegno della Regione e di una rinnovata unità di tutti i lavoratori coinvolti, ci sarà il necessario e doveroso impegno sociale delle imprese, un atto di responsabilità di cui il nostro territorio ha diritto».

Proprio nella giornata di ieri i lavoratori della Stampi Group avevano ricevuto la solidarietà di Zuppi che si era assunto in prima persona l’impegno a non lasciare nulla di intentato per salvare i loro posti. Proprio l’arcivescovo si era domandato come mai non potessero ancora accedere agli ammortizzatori sociali.

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