Venerdì 26 Aprile 2024

La storia, una vita in corsivo: svelato il mistero Griffo

Festa delle Lettere per un bolognese dimenticato

Massimo Sirelli

Massimo Sirelli

Bologna, 18 dicembre 2014 -  Chi è Francesco Griffo? Forse è proprio a partire da questa domanda che si spiega il senso di una conferenza stampa programmata con quattro anni d’anticipo rispetto all’evento che si propone di promuovere. Nel 2018, cade infatti il cinquecentenario della morte di un bolognese che la storia – a dispetto dei grandi meriti – ha beffardamente inghiottito tra le proprie pieghe. Ecco dunque che il percorso verso Griffo-La Grande Festa delle Lettere passa attraverso lo scioglimento di quello che potremmo definire il Mistero Griffo, un’impresa che mira a diffondere e ad approfondire la figura e l’epopea di un genio, inventore del carattere tipografico corsivo, riconosciuto – e dimenticato – come la più importante personalità nella storia del disegno dei caratteri per la stampa, nell’epoca – il Rinascimento – in cui essa si afferma come strumento decisivo per l’evoluzione della civiltà.

«Sarebbe curioso fare una festa dei 500 anni di qualcuno che nessuno conosce – spiega Roberto Grandi, in qualità di consigliere dell’Associazione Francesco Griffo da Bologna, costituita ad hoc – Per questo, ci siamo presi quattro anni per parlare di un formidabile artigiano artista che non solo ci ha lasciato il corsivo e, sintetizzandolo dalla calligrafia manuale alla stampa, ha permesso la nascita delle edizioni economiche, ma che, intuendo, alla fine della propria vita, l’importanza dell’essere imprenditori di se stessi, ha anche anticipato un altro grande innovatore della comunicazione di massa come Guglielmo Marconi. Usiamo i caratteri per scrivere le storie ma non teniamo conto del fatto che ogni carattere è una storia. Noi vogliamo ridare storia ai caratteri».

Il cognome di Griffo si è curiosamente estinto dalle pagine, come accade alle cifre sugli scontrini stampati in carta chimica nel portafogli, per l’usanza di citare solamente il nome accostato alla città di provenienza. Nelle opere stampate da Manuzio, col quale collabora e dal quale viene “defraudato” del brevetto di molti caratteri, e in altre edizioni rinascimentali, viene ricordato come Francesco da Bologna ma per 400 anni se ne perdono completamente le tracce.

«Con la nascita della stampa, la cultura umanistica trova nella tipografia lo strumento ideale di diffusione. Quello che ha fatto Griffo – racconta Manuel Dall’Olio, presidente dell’Associazione Griffo – è stata dare una forma diversa a quella calligrafica, specifica per l’editoria». E se pensiamo che Steve Jobs ha dichiarato che il corso più importante per lo sviluppo del primo Mac è stato quello di calligrafia – seguito rigorosamente da non frequentante – possiamo trarre tutte le conclusioni del caso.

Ma è la stessa vicenda del Griffo uomo ad essere avvincente. E la sua fuga da Bologna, in seguito ad una condanna per l’omicidio del genero e della figlia, quella da Venezia e da Manuzio, la parte nell’incisione dei primi caratteri greci ed ebraici e nella pubblicazione dell’Odhecaton A, la prima raccolta di musiche interamente stampata con caratteri mobili, sono elementi che torneranno utili a Bottega Finzioni, che si occuperà di sviluppare gli aspetti narrativi attraverso progetti editoriali e cinematografici.