Da Strada Maggiore 464 firme anti T-Days

La richiesta riguarda il tratto finale, da via Torleone alla Porta FOTO Strada Maggiore pedonale

Bologna, T-Days in Strada Maggiore (FotoSchicchi)

Bologna, T-Days in Strada Maggiore (FotoSchicchi)

Bologna, 27 marzo 2015 - Stop alla pedonalizzazione nel weekend dell’ultimo tratto di Strada Maggiore (foto). Il messaggio, sotto l’inequivocabile forma di 464 firme a favore, è arrivato tra le mani di Andrea Colombo.

All’assessore è arrivata la richiesta di una buona parte di residenti e commercianti del tratto tra via Torleone e piazza di Porta Maggiore (entrambe escluse). Quello, per intenderci, che dal 25 ottobre dello scorso anno è chiuso dalle ore 9 del sabato alle 22 della domenica e dei festivi per i T-Days. Ma alla gente la misura non va più giù.

I motivi? A spiegarceli è Anita Della Monica, titolare del negozio di tessuti al civico 58: «La nostra raccolta di firme è partita dopo un’altra raccolta di firme: quella che acconsentiva alla chiusura del tratto – racconta –. In molti però, soprattutto residenti, dopo tutti questi mesi si sono pentiti: la strada resta deserta. Dopo 5 mesi nessun beneficio, è stata occupata da iniziative soltanto un paio di volte e a fatica. Meno smog? Meno inquinamento acustico? Si è soltanto spostato sulle strade limitrofe. E i danni al commercio, con l’assenza di passaggio, sono stati notevoli».

Sette giorni fa un’assemblea al quartiere San Vitale. «Abbiamo consegnato 15 fogli di sottoscrizioni all’assessore. Un’ora e mezza di colloquio, ha detto che valuterà il da farsi. Noi speriamo che si possa eliminare la misura. Bloccare la strada per leggere il giornale su una panchina non ha senso: si potenzino gli spazi già esistenti, come i giardini San Leonardo per esempio. Oppure, per aiutare i bar, si indirizzino i turisti sui tanti esercizi adiacenti allo splendido Portico dei Servi». Cinzia Veronesi, dell’ottica Mcr, si rimette alla scelta democratica: «Non voglio pendere da una parte, certo è che chiudere la strada e mantenerla vuota ha poco senso. La si sfrutti con iniziative».

Favorevole alla revisione anche la presidente Milena Naldi: «La sperimentazione ha portato più effetti negativi che positivi. Le pedonalità possono avere senso, ma questa ha meno ragione di essere. A mio parere vale la pena ripensare a un’apertura. Senza bus l’area resta isolata, con inevitabili problemi al commercio».

Concorde la presidente del quartiere Santo Stefano, Ilaria Giorgetti: «Sì alla riapertura, in seguito si convochi un tavolo per pensare alle alternative». Anche per Giancarlo Tonelli, direttore generale Ascom, «l’esperienza di questi mesi indica che, in quel tratto, sono presenti più aspetti negativi che positivi. Vale la pena ripensarci. In alternativa, si potrebbe provare ad animare la zona con notti bianche e mercatini mirati».

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