Voci italiane, cuore brasiliano: i Tamanduà, storia di un amore

Al Battiferro il concerto per il Festival Brasiliano di Bologna

I Tamanduà

I Tamanduà

Bologna, 11 settembre 2015 - I Tamanduà - che alle 20,15 di stasera aprono il Festival Brasiliano al Battiferro (via Beverara, Bologna) sono un gruppo fiorentino che si è specializzato nella contaminazione fra i ritmi brasiliani e la musica italiana, partendo da una rappresentazione del grande Paese sudamericano assolutamente autentica e difficile da riscontrare in un gruppo non di lingua portoghese. E quindi pezzi base della musica brasiliana, soprattutto della bossa nova di Jobim o dell’Mpb di Caetano Veloso o Ivan Lins oppure le ballate sublimi di Chico Buarque, e canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana eseguite con i ritmi più sensuali di Rio o di Bahia. La vena carioca del gruppo è predominante, ma nel secondo album, “Olio di cacao”, c’è anche una interpretazione stupefacente di “Roma nun fa’ la stupida stasera”. I componenti storici del gruppo sono Pino Arborea, chitarrista, e il trio di cantanti Anna Maria Giglitto, Elena Guarducci, Maria Palmerini. Personalità diverse che sono legate da quella speciale alchimia – come il titolo del primo album – che si ha solo nelle menti libere.

Come nasce il vostro gruppo?

“Grazie all’iniziativa di Pino Arborea, chitarrista e arrangiatore della formazione. Nel 2005 gli venne richiesto di aiutare a scovare gruppi musicali da proporre al Lucca Jazz Donna, in cui le donne sarebbero state le protagoniste. In quell’occasione non riuscì nell’impresa, ma gli rimase in testa l’idea di un progetto diverso dai classici trii o quartetti con una voce dominante, piuttosto un ̔agglomerato̕ femminile, ovvero una triade vocale che, sugli accordi della chitarra, avrebbe potuto adattarsi in polifonia al repertorio brasiliano. Collaborava già da tempo con una delle cantanti e si mise alla ricerca delle altre due voci grazie al passaparola tra musicisti, cercando in particolar modo tra interpreti che già lavorassero a quel tipo di repertorio. L’anno successivo il gruppo si esibì in occasione di questa importante rassegna e da lì nacque la ‘scintilla’”.

Che cosa vi ha colpito della musica brasiliana?

“Il suono della lingua, le melodie affascinanti, i ritmi e i colori così intensi e mai scontati che la rendono estremamente varia e all’avanguardia”.

Che cosa secondo voi lega musica brasiliana e italiana?

“La radice neo-latina delle due lingue innanzitutto, dove una volta entrati in empatia nell’ascolto dell’una con l’altra, non è poi così difficile capire o immaginare di capire, i significati dei testi. La ricerca di un’espressività molto forte e negli artisti più impegnati la raffinatezza e l’originalità degli arrangiamenti. In un certo senso c’è una sorta di calamita che attrae la nostra musica a quella verde-oro”.

Come reagisce il pubblico ai vostri spettacoli?

“Soprattutto da quando abbiamo adottato e adattato pezzi in lingua italiana, non è raro leggere negli occhi delle persone che ascoltano un’espressione di estrema attenzione e sorpresa e, perché no, di rapimento...”.

Quali sono le altre vostre preferenze musicali?

"Generalmente per quanto riguarda le cantanti gli standards jazz, da cui tutte e tre proveniamo: la grandissima Ella Fitzgerald, Bobby McFerrin passando per Dee Dee Bridgewater e Carmen McRae. Musica italiana doc (da Ivano Fossati a Sergio Cammariere, Fabrizio De André, Pino Daniele) con escursioni nel passato come il Quartetto Cetra, Lelio Luttazzi, Lucio Battisti e naturalmente Mina!”.

Qual è l’autore che più di tutti vi ha forgiato?

“Senza dubbio Antonio Carlos Jobim e Vinicius de Moraes, i padri della bossa nova. Ma come non citare Chico Buarque, Djavan, Ivan Lins per non parlare di Gilberto Gil e di un certo Caetano?”.

E la canzone che più amate tra quelle che eseguite?

“Ognuno di noi ha la sua preferita, ad esempio per Elena “Samba da Rosa”, Anna Maria “Tem mais samba”, ma comunque tutte... Maria ama particolarmente “A ra”, un medley composto anche da “Agua de beber”, “Vivo sonhando” con la citazione scherzosa di “Garota de Ipanema” e “Samba da bênção” contenuto nel nostro primo disco, mentre Pino preferisce la conosciutissima “Aguas de março”. ..”

E quella che vorreste cantare?

“Anna Maria sta mettendo su “Brasil Nativo” di Danilo Caymmi, mentre Elena vorrebbe interpretare “Frevo” di Jobim. A Pino piacerebbe eseguire in particolar modo “Retrato em Branco e Preto” uno dei pezzi più suggestivi di Chico Buarque mentre a Maria la bellissima “Dança da solidão” di Paulinho da Viola”.

 

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