Prostituzione, tassarla non è uno scandalo

Beppe Boni

Beppe Boni

Bologna, 19 ottobre 2014 - La recente vicenda del cinema-club di Rimini dove si faceva sesso, dimostra che c’è almeno un’attività che non conosce crisi. E’ tempo che lo Stato escogiti una tassa sulle attività di tante persone che sicuramente si avvalgono di prestazioni che alla comunità costano fior di miliardi.

Giuliano Vincenti, Bologna

Risponde il vicedirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

La storia di Rimini è un caso a parte dove non è ben compreso se nel cinema a luci rosse andassero coppie desiderose di sensazioni forti o se nella penombra della sala si intrecciassero anche occasioni a pagamento. La prostituzione non si può più ignorare o tollerare come fenomeno sommerso che muove milioni.

Regolarizzare e tassare questo settore sempre in crescita non è una idea scandalosa. Chi produce e commercia film, riviste o spettacoli pornografici deve fare i conti con il fisco come qualsiasi altra azienda. Dietro c'è la vendita del corpo femminile, che piaccia o no. E allora non è sbagliato mettere regole sanitarie e fiscali anche quando l'attività è diretta: fra produttore e consumatore finale.

beppe.boni@ilcarlino.net

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