Inchiesta sulla tassa rifiuti, Belladonna dai carabinieri

Già ascoltati il direttore di Atersir e alcuni tecnici

Vito Belladonna, direttore Atersir

Vito Belladonna, direttore Atersir

Bologna, 12 febbraio 2016 - E’ un fascicolo al momento senza indagati e senza ipotesi di reato quello aperto dalla procura sul cosiddetto ‘caos Tari’, ovvero la differenza fra quanto pagato dai cittadini dei diversi Comuni in termini di tasse e quanto effettivamente speso da Hera per la raccolta dei rifiuti.

L’inchiesta è alle battute iniziali ed è affidata al pm Giuseppe Di Giorgio. Finora i carabinieri del Nucleo operativo ecologico, cui sono stati delegati i primi accertamenti, hanno sentito 3-4 funzionari pubblici, fra cui l’ingegner Vito Belladonna, direttore di Atersir (che non rilascia commenti al riguardo), e i tecnici di alcuni Comuni interessati (ma non Bologna). Fin qui, nessun amministratore è stato convocato né sono stati acquisiti documenti, tranne quelli prodotti dalle persone già ascoltate per rispondere ai quesiti degli investigatori, finalizzati a comprendere i meccanismi di calcolo applicati. Meccanismi oggetto, proprio ieri, di una nota inviata da Atersir ai Comuni: è tutto in regola, per riassumerla.

La Procura avrebbe deciso di accendere un faro sulla questione in seguito alla pubblicazione dei primi articoli di stampa sulla vicenda nei mesi scorsi, quando alcuni Comuni hanno iniziato a rumoreggiare constatando una differenza negativa fra i costi per la raccolta e quanto riscosso dai cittadini tramite la Tari, mentre altri godevano di un saldo positivo. La questione – letteralmente esplosa di fronte a sbilanci di centinaia di migliaia di euro per alcuni territori – è oggetto anche di un esposto alla Corte dei conti dello scorso novembre, da parte del consigliere regionale (Forza Italia) Galeazzo Bignami. L’ipotesi è che siano stati ‘spalmati’ su alcuni Comuni i costi di altri territori. In questi mesi, però, il braccio di ferro tra Comuni e Atersir è proseguito. Il primo ad accorgersi delle differenze di costi, Castel San Pietro, aveva chiesto un parere all’Avvocatura regionale, dichiaratasi incompetente. Così la ‘palla’ è rimbalzata ad Atersir che, ieri, ha inviato alle amministrazioni il parere legale elaborato dai tecnici della sua struttura. Ossia un parere su se stessa.

In sostanza Atersir sostiene che il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti è articolato «dal legislatore sia nazionale che regionale sulla base di un bacino o ambito ottimale e non comunale», pertanto a dover essere in equilibrio devono essere i conti del bacino nel suo complesso. La rendicontazione comunale «prevista da una delibera di giunta regionale del 2012» ha, invece, solo «una finalità di monitoraggio e di controllo». Modificare i piani finanziari (che solo Atersir può determinare e approvare) è però possibile con l’accordo di Comuni e gestore, anche in questa fase di proproga contrattuale del servizio con Hera, ma sempre nell’ottica del «riequilibrio dei costi su area vasta».

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