Tentata eutanasia, assolto il cardiologo Naccarella

Ci sono voluti più di 12 anni per arrivare al verdetto

Medici nelle scuole

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Bologna, 28 giugno 2016 - Ci sono voluti più di dodici anni, ma alla fine il cardiologo Franco Naccarella è stato assolto dall’accusa di aver tentato di praticare l’eutanasia nei confronti dell’anziano e malato zio. Il processo si è concluso oggi con le arringhe finali e la stessa Procura aveva chiesto l’assoluzione per il medico, che rispondeva di tentato omicidio. Il collegio dei giudici, presieduto da Roberto Giovanni Mazza, ha accolto la richiesta, ovviamente condivisa dalla difesa del camice bianco, e l’ha assolto dopo la camera di consiglio.

Al di là del verdetto, quello che impressiona sono i tempi. Il fatto contestato, infatti, risaliva addirittura al 3 febbraio 2004: Naccarella per l’accusa quel giorno aveva iniettato una dose potenzialmente letale di cloruro di potassio allo zio settantenne e gravemente malato, ricoverato in ospedale. L’operazione fu però interrotta dall’arrivo di un infermiere e l’uomo sopravvisse all’arresto cardiaco, per morire sei mesi dopo per cause naturali.

Da allora ci sono stati clamorosi errori nell’inchiesta (inizialmente fu addirittura incriminata la madre 91enne di Naccarella, nonché sorella del paziente, che si autoaccusò dell’iniezione per salvare il figlio), vari rinvii, fino all’udienza conclusiva di oggi.

Decisiva è stata la perizia, chiesta dal difensore del medico, l’avvocato Michele Jasonni, e affidata dal collegio al cardiologo Alessandro Capucci. Il perito, confermando quanto già stabilito da un altro consulente d’ufficio nominato in udienza preliminare, ha concluso sostenendo che la dose iniettata di potassio non era idonea a provocare la morte e che il paziente si sarebbe ripreso dall’arresto cardiaco, a prescindere dall’intervento rianimatorio.

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