Terremerse, nel futuro di Errani c’è ancora Roma

L’avvocato: "La prescrizione non è un problema, pronti a rinunciare"

Vasco Errani

Vasco Errani

Bologna, 19 giugno 2015 - La storia giudiziaria di Terremerse è ancora lontana dal concludersi, visto che servirà almeno un altro processo d’appello prima di poter scrivere la parola fine a una vicenda che si trascina dal 2009. Politicamente, invece, l’annullamento della sentenza di condanna a Vasco Errani, deciso l’altra sera dalla Cassazione, equivale a una piena assoluzione. E spiana la strada per il ritorno dell’ex presidente dell’Emilia-Romagna sulla scena politica e istituzionale, abbandonata nel luglio di un anno fa con le dimissioni da viale Aldo Moro.

Ora, per Errani, si apre una questione di ruoli. E, soprattutto, di tempi, a cominciare da quelli del nuovo processo d’appello. L’intenzione è fare presto, come conferma il suo avvocato, Alessandro Gamberini: «Appena saranno depositate le motivazioni della Cassazione – dice Gamberini – solleciteremo la Corte d’Appello perché fissi un’udienza. Inoltre abbiamo scelto il rito abbreviato che velocizza i tempi». Anche la prescrizione appare oggi secondaria: «Il reato si prescriverà nella primavera del 2017 – sottolinea Gamberini –, la questione non si pone. Ma, anche nel caso, consiglierei al mio cliente di rinunciare alla prescrizione».

Dunque, nulla osta a un possibile reingresso in politica di Errani, che si trova nella stessta identica posizione del giugno 2014: assolto in primo grado e in attesa del giudizio in appello. Allora però era un presidente di Regione nel pieno dei suoi poteri. Oggi, invece, è senza incarichi.

Una situazione che non dovrebbe durare all’infinito. La strada che porta a Roma, dopo la grande delusione del 2013, è una possibilità più che concreta. Resta solo da capire come, e quando. Fino a qualche mese fa lo scenario sembrava già delineato: Errani pienamente assolto e Renzi che lo chiama con sé al governo. Tanto che c’è chi giura che la poltrona di ministro per gli Affari regionali fosse stata lasciata vacante dal premier proprio per l’ex presidente della Regione. Da allora, però, sono cambiate diverse cose, a cominciare dal rapporto tra Errani e Renzi, un tempo solidissimo e oggi più freddo. Spia di questa situazione è il fatto che, da parte di Renzi, almeno fino a ieri sera, non sia arrivata una parola ufficiale di congratulazioni per la sentenza della Cassazione.

Non è dunque scontato che Errani entri nell’esecutivo a breve, anche perché la salute e la durata del governo sono meno certi di qualche tempo fa. Più verosimile che, prima di ogni altra mossa, Errani aspetti la nuova sentenza d’appello e poi decida il da farsi.

In prospettiva per lui si aprono due scenari: o un incarico in un nuovo governo con un premier diverso da Renzi (un’ipotesi, questa, che già circola nei palazzi romani) oppure un ruolo di peso nel Pd nazionale, magari come segretario. In rappresentanza di quell’ala bersaniana che – tra mezze vittorie elettorali e stop alle riforme subite da Renzi – ha rialzato la testa e punta a riprendersi ciò che ha sempre considerato suo: la cara e vecchia ‘Ditta’.

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