Terrorismo, ecco l'esercito in stazione centrale

L’obiettivo è potenziare la sicurezza nei luoghi più a rischio FOTO Militari in azione

Bologna, esercito in stazione (Foto Schicchi)

Bologna, esercito in stazione (Foto Schicchi)

Bologna, 24 maggio 2016 - L'operazione si potrebbe ribattezzare ‘Binari sicuri’. In un momento in cui l’allerta terrorismo è massima, l’obiettivo è potenziare la sicurezza nei luoghi più a rischio. E, a Bologna, come la storia ha insegnato, non c’è luogo più sensibile della stazione centrale (foto). Snodo nevralgico della mobilità nazionale su rotaia, la stazione da ieri è stata inserita tra le zone pattugliate dall’esercito, nell’ambito del progetto ‘Strade sicure’ che già vede i militari in azione alla Bolognina e di fronte a San Petronio.

Quindici, in totale, i militari in forza in piazza delle Medaglie d’oro e limitrofe che, divisi per squadre di tre su cinque turni, pattuglieranno la stazione, la ‘storica’ e quella dell’alta velocità, accompagnati sempre da un agente di polizia ferroviaria.

Saranno impegnati sia nei servizi ordinari, come il contrasto ai facchini abusivi, ai borseggiatori e alla varia umanità ‘illegale’ che gravita intorno allo scalo ferroviario; sia, in caso di necessità, per andare in ausilio alla polfer nelle operazioni di controllo dei passeggeri diretti a Monaco, per bloccare i migranti che, senza documenti regolari, tentano di superare il confine al Brennero, come da disposizione del Ministero dell’Interno. In particolare, però, i militari saranno occhi in più buoni a monitorare persone e movimenti sospetti, nell’ottica di un aumento delle misure di sicurezza nei luoghi di maggiore transito, da sempre bersaglio preferito dei terrorismi di ogni ‘colore’.

"Si tratta di una soluzione tampone per far fronte ad un’emergenza – commenta Amedeo Landino, segretario del sindacato di polizia Siulp – e conferma la necessità di fare maggiori investimenti sulla sicurezza".

In stazione, il Siulp chiede «di risolvere i tanti problemi che vivono gli agenti della polizia ferroviaria, a partire dall’assenza di collegamenti radio nella zona sotterranea, la mancanza di un’auto attrezzata per il trasporto degli arrestati, la cronica carenza di divise e il ritardo nei pagamenti delle indennità di specialità (19 mesi). Siamo convinti che sia necessario valorizzare il modello di sicurezza civile basato sulla centralità dell’autorità di polizia. In città sono troppe le forze dell’ordine impegnate in posti fissi e vigilanze, dove invece andrebbero impiegati professionisti delle forze armate, così da recuperare poliziotti, carabinieri e finanzieri, da destinare al controllo del territorio e all’intelligence".

"Un conto è fare attività di polizia, un conto attività militare – è la posizione del segretario del Sap Tonino Guglielmi –. Da tempo segnaliamo l’inadeguatezza dei mezzi forniti alla polizia per contrastare l’emergenza terrorismo e questo è l’ennesimo ‘pannicello caldo’. Due forze di polizia, una militare e una di vigilanza privata sono troppe e disordinate: non si risolvono così i problemi, ma incentivando il Governo a investire su uomini, equipaggiamento e formazione. Le risorse necessarie si potrebbero trovare unificando le forze di polizia".

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