Toni Servillo laureato ad honorem: per lui è il primo Oscar universitario

La cerimonia è in programma il 28 febbraio all'Università di Bologna

Toni Servillo

Toni Servillo

Bologna, 5 febbraio 2015 - Ormai è tutto definito: sarà il 28 febbraio il fatidico giorno in cui Toni Servillo riceverà la laurea ad honorem in Disciplina delle Arti, Musica e Spettacolo dall’Università di Bologna.

Quel sabato mattina alle 11 in Santa Lucia il rettore Ivano Dionigi consegnerà al protagonista della Grande bellezza la prestigiosa pergamena dopo la prolusione del professore proponente Claudio Longhi, il docente universitario che da anni affianca l’attività di accademico a quella di regista.

La lectio, a cui Servillo sta lavorando in questi giorni in grande segretezza, dovrebbe durare circa trenta minuti e ripercorrere le idee fondanti del suo mestiere di attore teatrale e cinematografico. La data di fine mese è stata decisa perché concomitante con le repliche allo Storchi di Modena di La parola canta, il recital di canzoni e poesie napoletane che Toni sta portando in giro con il fratello Peppe dopo la trionfale tournée de Le voci di dentro di Eduardo De Filippo. In rettorato si sta valutando la possibilità di aprire le porte dell’aula magna all’intera città perché questo evento possa diventare una festa popolare. Si vedrà. Il futuro dottor Servillo (che a 56 anni ha ricevuto molti premi tra cui indirettamente l’Oscar appunto per La grande bellezza ma mai un alloro universitario) è in buona compagnia: prima di lui negli ultimi anni sono stati laureati in Dams Martin Scorsese (2005), il grande collezionista inglese sir Denis Mahon (2002) e Leo de Berardinis (2001).

E’ proprio Leo a rappresenta uno dei legami più forti fra Toni e Bologna: con lui l’attore napoletano (è nato ad Afragola nel ‘59) ha interpretato fra l’89 e il ‘91 L’impero della ghisa e soprattutto Ha da passà a nuttata che portò la compagnia di de Berardinis alla ribalta nazionale di Spoleto. Poi, a fama ormai consolidata, Servillo è stato più volte protagonista dei cicli delle letture classiche in Santa Lucia voluto proprio da Dionigi ancor prima di essere nominato rettore, passando da Seneca a Platone fino a Eschilo.

I suoi spettacoli sono stati più volte nei teatri bolognesi: l’anno scorso l’Arena del Sole ha ospitato Le voci di dentro, qualche stagione fa il Duse ha accolto la goldoniana Trilogia delle vacanze. Per il rettore, che in vista del fine mandato si appresta ad organizzare a giugno il primo raduno mondiale dei laureati del nostro ateneo, l’alloro a Servillo rappresenta un indubbio attestato di merito Proprio per le caratteristiche del premiato. Un artista che, partendo a fine anni ‘70 da Falso Movimento, ha saputo (dapprima attraverso il sodalizio con Mario Martone, co-fondatore di Teatri Uniti) rileggere sul palco i grandi classici con uno spirito contemporaneo di forte impatto: da Molière a Marivaux fino appunto a Eduardo che ora si appresta a portare in tournée in Europa. E ha saputo nel cinema creare indimenticabili personaggi, da Il divo a Le conseguenze dell’amore – entrambi firmati Sorrentino –, da La ragazza del lago fino a Viva la libertà. Un vero dottore dello spettacolo.

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