Uccide la madre, il nipote di Vilelma Pulga: "Forse non ha retto alla difficoltà"

Appena ha saputo cos’era successo è corso in via Koch a Borgo Panigale FOTO

Il nipote Paolo (Foto Schicchi)

Il nipote Paolo (Foto Schicchi)

Bologna, 29 luglio 2015 - «Forse Gabriele non ha retto alla difficoltà della situazione». Paolo è il nipote di Vilelma Pulga. Appena ha saputo cos’è successo, ieri mattina, è corso in via Koch assieme alla sorella. (FOTO) La loro prima preoccupazione sono state le condizioni dello zio Gino, rimasto solo nell’appartamento di Borgo Panigale. «Stiamo cercando una struttura per lui – racconta Paolo –, di lui si occupava Gabriele». Gabriele che ieri mattina, in un raptus, ha ucciso a coltellate l’anziana madre. «Non avremmo mai immaginato potesse fare qualcosa del genere, mai», continua il cugino.

«Domenica eravamo stati a trovarli con mia moglie – dice ancora l’uomo –. Vilelma era uscita sabato dall’ospedale, non era autosufficiente, ma stava benino. Avevamo scherzato, parlato di lasagne, ricette. Era serena. E Gabriele era sereno». Alla domanda se Galletti fosse preoccupato, oltre che per lo stato di salute dei genitori, anche per problemi economici, la risposta è no: «Lui lavorava da anni come bidello al Dams, i genitori avevano entrambi la pensione e la casa dove vivevano tutti e tre era di proprietà». Più probabile, invece, che l’uomo non abbia retto alle preoccupazioni legate alla responsabilità di accudire due genitori anziani e malati.

«Ieri sera (lunedì; ndr) – continua il cugino – mia sorella è andata a trovarli. Gabriele gli ha detto che era felice che la mamma fosse stata dimessa, che doveva andarle a prendere le medicine. Non so se si è sentito solo, non credo: noi gli siamo stati sempre vicini in questi giorni». Stando alla testimonianza dei familiari, Galletti non aveva mai avuto neppure problemi legati alla depressione. «Faceva tutto lui in casa, era attento ai genitori e sempre presente. Forse la malattia della mamma è arrivata in un momento di stanchezza, di difficoltà... Non ci spieghiamo davvero cosa sia accaduto. Non riusciamo a capirlo».

 

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