Ucooki, cuochi amatoriali consegnano a domicilio

L’idea è di tre giovani e punta a valorizzare i prodotti a chilometri zero e una cucina "etica"

Bologna, 7 febbraio 2016 - Tre giovani volenterosi, la pastasciutta della mamma e una grande idea: ecco gli ingredienti principali di “Ucooki”, il nuovo modo per mangiare bene, in modo sano e magari farsi anche qualche amico. I fratelli salentini Emanuele e Antonio Saracino, entrambi laureati a Bologna, insieme al giovanissimo bolognese Marco Nalon, hanno creato un canale innovativo per condividere la cucina di casa valorizzando i prodotti a chilometro zero e gli ingredienti di qualità.

Il funzionamento è semplice. Si accettano iscrizioni di potenziali cuochi, che forniscono agli amministratori una serie di piatti che vorrebbero cucinare, corredati da foto e da una lista di ingredienti. Inoltre si richiede di segnalare giornate e orari nei quali si è disposti a ricevere gli ordini e l’eventuale disponibilità a consegnare a domicilio. Gli amministratori si incaricano di vagliare le proposte e danno il loro benestare a quelle che ritengono di maggiore qualità. I sistemi di controllo sono molteplici: dalla richiesta ai cuochi di ottenere la certificazione HCCP in tempi brevi, ai feedback diretti degli utenti, ai controlli a campione degli scontrini conservati dai cuochi.

Il sito, attivo dall’inizio di febbraio, sarà privo di pubblicità e i tre ideatori non chiederanno nulla per sé fino a quando non si sarà formata una vasta comunità di utenti.

Antonio ci spiegherà nel dettaglio perché “Ucooki” meriti una visita.

Descrivi in poche parole ciò che fai.

Quello che abbiamo creato è una piattaforma per ordinare on-line cibo cucinato in casa da cuochi amatoriali. Avevamo in mente un modo facile, divertente e sicuro per promuovere la cultura culinaria, la sostenibilità etica e un’economia basata sull’interscambio fra produttori, cuochi e consumatori. Crediamo, con speranza e senza presunzione, di esserci riusciti.

Come sei arrivato a questa idea?

Nel modo più naturale che esista: durante un pranzo domenicale in famiglia. Dopo avere gustato le “sagne” (tipica pasta pugliese fatta in casa, nda) di mia madre, mi sono chiesto se esistesse un modo per farle provare a tutti. Avrei voluto che ognuno potesse sedersi alla mia tavola e mangiare qualcosa di unico, preparato con amore, e “Ucooki” è proprio questo.

Parlaci del tuo rapporto con Bologna.

Bologna è il luogo ideale per la nostra attività. Brilla per cultura gastronomica e per potenzialità sociali, grazie anche ai molti giovani e all’attitudine internazionale dell’Università, ma soprattutto ha le dimensioni adatte. Realizzare un progetto simile in una grande metropoli risulterebbe molto più difficile ed estremamente dispersivo.

Il lato più entusiasmante del tuo progetto?

Sono orgoglioso dell’aspetto sociale che connota questa iniziativa. Il circolo virtuoso sul quale vogliamo insistere parte dal prodotto locale e, attraverso la nostra piattaforma, mette in contatto cuochi amatoriali ed amanti della cucina casalinga, generando un network di persone che antepongano qualità e sostenibilità ai criteri della grande distribuzione.

Come vedi il futuro?

Piuttosto roseo a dire il vero. Amo molto il progetto che abbiamo intrapreso e vorrei seguirlo fino in fondo. Considerato che ogni startup dovrebbe, da definizione, avere margini di crescita esponenziali, spero di poterne averne cura per molto tempo. Se così non dovesse essere, dovrò trovare un’idea migliore, ma il mio mondo ormai è questo.

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