UniBo, asilo per i dipendenti e rubrica declinata al femminile

Redatto anche un ‘Bilancio di genere’ per monitorare e valutare il modus operandi dell’Ateneo

Il rettore Francesco Ubertini

Il rettore Francesco Ubertini

Bologna, 28 giugno 2016 – Un asilo per i bimbi dei dipendenti dell’Università e più attenzione alle tematiche di genere con una rubrica declinata al femminile. Sono due importanti obiettivi che il Rettore Francesco Ubertini, la prorettrice alle risorse umane dell’Alma Mater Chiara Elefante e le due delegate, Elena Luppi alle pari Opportunità e Tullia Gallina Toschi al benessere lavorativo, hanno voluto promuovere come primi di questa governance.

Per facilitare la conciliazione della vita professionale e della vita privata di tutti i dipendenti (sia docenti che personale tecnico-amministrativo), l’Ateneo sta portando avanti il progetto di realizzare un polo per l’infanzia nell’area di Via Filippo Re, il cui inizio lavori è previsto per il gennaio 2018. Accoglierà 42 bambini nella fascia d’età 12 mesi-3 anni e 50 in quella 3-6 anni. Il polo sarà aperto ai figli dei dipendenti Unibo, ma anche alla cittadinanza e per questo l’Ateneo, unitamente alla passata Giunta comunale, ha firmato, il 27 aprile scorso, un Protocollo d’intesa: l’Ateneo affiderà il progetto tramite project financing; il Comune, si riserverà una quota di posti disponibili (circa il 50% nell’asilo nido), che andrà a riempire attraverso le sue graduatorie.

Per quanto riguarda le pari opportunità, l’Ateneo dà sostegno politico al progetto europeo Horizon 2020 Plotina: Promoting Gender Balance and Inclusion in Research, Innovation and Training, coordinato dalla delegata rettorale Tullia Gallina Toschi. Il progetto si propone di elaborare, attuare, monitorare e valutare buone prassi per l’eguaglianza di genere e strumenti a sostegno dell’avanzamento di carriera di ricercatrici e ricercatori, al fine di ridurre la perdita di talenti, correggere le disuguaglianze di genere, integrare la dimensione di genere nei programmi e nei contenuti di ricerca e didattica.

In quest’ambito è stato redatto, per la prima volta nel 2016, il Bilancio di genere: si tratta di un documento analitico redatto da Benedetta Siboni, che permette di valutare l’Ateneo, la sua struttura e le sue attività, secondo gli equilibri e disequilibri di genere; mentre, sul versante formativo, nel marzo 2016, agli stand di AlmaOrienta, è stato previsto uno spazio Almagender per le studentesse e gli studenti potenzialmente interessati a Unibo.

Un terzo progetto riguarda, in modo ampio, i rapporti tra lingua e genere. Molti stereotipi di genere sono ancora veicolati da una lingua troppo spesso androcentrica. «Il maschile singolare per ruoli, cariche di autorità o prestigio non ha fondamento linguistico, ma solo culturale e sociale; le forme femminili sono grammaticamente (e non solo politicamente) corrette», dice Elefante.

Sulla base di uno studio che il Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo ha richiesto a linguiste e linguisti di Unibo, l’attuale governo ha deciso di dar seguito a tali raccomandazioni. Nei prossimi giorni grazie anche al supporto della prorettrice alle tecnologie digitali Paola Salomoni e del Cesia verrà dunque modificata la rubrica di Ateneo inserendo i nomi delle cariche e dei ruoli al femminile. Contemporaneamente verrà anche modificata, in modo graduale, la lingua del portale, declinando, ogni qualvolta questo è tecnicamente possibile, il discorso al femminile, e prestando particolare attenzione alle immagini del portale, affinché non veicolino stereotipi di genere. Verrà inoltre inserita, in tutti i nuovi regolamenti, o in quelli che verranno modificati, la declinazione al femminile.

In sinergia con tutto questo sono in atto azioni volte a rendere l’Università di Bologna un ateneo più inclusivo e attento alla comunità Lgbt, sul versante organizzativo, della comunicazione nonché sui piani della didattica e della ricerca.

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