Palazzo occupato, l’assessore Monti smentisce la Frascaroli: "Residenze già tolte a chi non ne ha diritto"

Via de Maria: il Comune si muove solo dopo la denuncia del proprietario. La revoca è scattata per una decina di occupanti

L’assessore Nadia Monti (Foto Schicchi)

L’assessore Nadia Monti (Foto Schicchi)

Bologna, 31 luglio 2014 - Il Comune smentisce se stesso. O meglio un assessore smentisce l’altro. Anzi l’altra. Il nodo è la concessione della residenza a chi occupa abusivamente un edificio. E in particolare gli occupanti dello stabile di proprietà privata in via Mario de Maria 5, alla Bolognina. Dodici persone, di cui quattro minorenni. Mentre l’assessore al Welfare, Amelia Frascaroli, difendeva a spada tratta la concessione delle residenze agli occupanti andando contro quanto previsto dal ‘Piano casa’, che lo vieta dal 28 marzo scorso, il Comune aveva già fatto marcia indietro e revocato quelle residenze, dopo la denuncia del proprietario dello stabile. Lo spiega la collega di giunta Nadia Monti, con delega alla legalità e responsabile dei servizi demografici. «Le residenze concesse in immobili abusivi — dice — vengono revocate appena l’ufficiale d’anagrafe viene a conoscenza dell’occupazione abusiva e questo è il modus operandi attuato oggi e che verrà attuato in futuro, salvo successive eventuali modifiche legislative da parte del Governo». 

Da una parte c’è la Frascaroli che si schiera con chi ha ottenuto la residenza anche dopo l’entrata in vigore del decreto e dice: «L’emergenza alloggi, vista la crisi, è paragonabile alla situazione in tempo di guerra: non si può trattare gli sfollati dalle bombe come criminali». Dall’altra l’assessore Monti che, a nome di Palazzo d’Accursio, fa sapere di aver tolto le residenze concesse dopo l’entrata in vigore della legge. A far scattare la revoca, in realtà, è stata la denuncia presentata dai due proprietari dell’edificio di via de Maria. I fratelli Enio e Enes Baschieri il 18 luglio hanno chiesto al Comune «l’annullamento del riconoscimento di residenza sulla base dell’articolo 5 del decreto legge del 28 marzo 2014». In tutto, le residenze annullate sarebbero una decina, ieri il Comune non era in grado di dire il numero esatto.

Diverso, a detta del Comune, il discorso per quelli che hanno ottenuto la residenza negli stabili occupati prima del 28 marzo. Il divieto, infatti secondo l’interpretazione di Palazzo d’Accursio, non sarebbe retroattivo. «Ritengo fondamentale — spiega l’assessore Monti — chiarire che le residenze concesse dopo il 28 marzo sono state immediatamente annullate, per quelle presentate prima non è stato possibile, in quanto non è reale che la norma sia attuabile automaticamente in maniera retroattiva. Nel diritto amministrativo vige il principio secondo cui ogni atto amministrativo è legittimo se emanato nel rispetto della disciplina in vigore al tempo della sua formazione, per cui ad oggi non è possibile un’applicazione retroattiva della legge». Tra l’altro il Comune sostiene anche che «la verifica della non abusiva occupazione dell’immobile spetta ai soggetti somministranti i pubblici servizi», quindi, acqua, luce e gas, e «non compete agli Ufficiali di anagrafe». Ma ai vigili spetta il controllo sulla residenza, nel caso in qui il richiedente venga da un altro comune. E’ mai stato fatto questo controllo? L’occupazione di via de Maria risale al 6 marzo, sotto la regìa di Social Log.

 

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