Casa occupata, la Procura cerca il regista occulto dell’operazione

Aperta un’inchiesta per i reati di invasione di edificio e furto

Case Acer in via Zampieri (Fotoschicchi)

Case Acer in via Zampieri (Fotoschicchi)

Bologna, 9 agosto 2014 - La Procura ha aperto un’inchiesta e indaga sull’occupazione abusiva dell’appartamento Acer in via Zampieri 13, alla Bolognina. Il fascicolo nasce dalla denuncia fatta dal titolare del contratto di affitto dell’alloggio popolare che, rientrando a casa dopo due settimane di assenza, ha trovato la serrataura cambiata e una famiglia all’interno. I reati ipotizzati sono invasione di terreni o edifici e furto. Quest’ultimo perché l’affittuario, Giovanni Ghelardi, di 73 anni, ha denunciato alla polizia la scomparsa di mobili, quadri, vestiti e oggetti personali che erano nel suo appartamento. Al momento l’inchiesta è a carico di ignoti anche se non è escluso che il prossimo passo sia l’iscrizione sul registro degli indagati degli occupanti che si sono introdotti nell’appartamento. Ma non è tutto. C’è un altro aspetto su cui si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti. Ed è tutt’altro che marginale.

I magistrati vogliono fare chiarezza sui passaggi che hanno portato la donna trentenne di origine camerunense, con tre figli piccoli, a occupare l’alloggio, da cui entra ed esce anche il marito. L’uomo non era presente nel momento in cui Ghelardi è rientrato in casa con la polizia. In quella circostanza, la donna, spaventata, ha raccontato agli agenti di essere «entrata regolarmente, mandata da un amico che in zona cerca case». Ed è su questo che gli inquirenti si stanno concentrando. Il sospetto è che ci sia una regia dietro le occupazioni selvagge. Nessun aspetto della vicenda e del racconto degli occupanti verrà trascurato.

La giovane mamma ha parlato di «un uomo italiano» di cui non conosce il nome, che l’ha accompagnata in via Zampieri 13, ha aperto la porta dell’appartamento e le ha detto che poteva stare lì, bastava «cambiare subito la serratura». E così lei ha fatto. Il timore, sollevato anche dal presidente del Quartiere, è che ci sia un’organizzazine dietro tutto, delle ‘sentinelle’ che segnalano gli appartamenti. 

Non è chiaro esattamente quando la famiglia sia entrata nell’appartamento al piano rialzato di via Zampieri 13 dove ha preso la residenza. Il legittimo assegnatario se ne è accorto a inizio settimana, tornando a casa «dopo una dozzina di giorni di assenza». Non riusciva a entrare perché la serratura era stata cambiata. «Siamo disperati, non delinquenti», si difende la donna. In casa con lei ci sono i tre figli di 9, 7 anni e 8 mesi. «Quell’uomo non lo conosco — dice riferendosi allo ‘sfrattato’ —, come non conosco chi mi ha portato qui». Chi si è introdotto in casa potrebbe averlo fatto da una finestra che ha un vetro rotto. Sul citofono del signor Ghelardi c’era un’etichetta: riportava due nomi stranieri. Ieri è scomparsa. Adesso saranno gli accertamenti disposti dalla Procura a fare chiarezza su questa intricata e delicata vicenda. 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro