Vigilante ucciso a Casteldebole, la guardia travolta era in divisa

"Mai chiesti documenti o portafogli", assicura la Cobra security: "Sono stati corretti"

Iulian Cucu, 39 anni, travolto e ucciso a Casteldebole

Iulian Cucu, 39 anni, travolto e ucciso a Casteldebole

Bologna, 8 aprile 2016 - «I dipendenti della Cobra security hanno fatto quello che dovevano fare, senza oltrepassare i limiti né avere atteggiamenti da sceriffi. Hanno semplicemente chiesto a quell’uomo e alla prostituta che era con lui di andare via. E non è vero che erano in borghese, poiché indossavano la divisa della Cobra, cioè i giubbotti con la scritta, i pantaloni e la maglietta con il logo, e gli scarponcini». A distanza di quasi una settimana dai fatti i vertici della Cobra security rompono il silenzio per dire la loro sulla tragedia di via Casteldebole, dove sabato notte un vigilante, Iulian Cucu, rumeno di 39 anni con una moglie incinta e una figlio di 10 anni, è stato travolto e ucciso dall’auto di un impiegato bolognese di 35 anni che si era appartato con una prostituta sudamericana.

Cucu e un collega connazionale avevano il compito di sorvegliare un vicino casolare diroccato per impedire nuove occupazioni. «Entrambi collaboravano con la Cobra security da circa un mese – spiega la legale rappresentante Francesca Paganelli per bocca del suo avvocato, Domenico Maria Atteritano –. Non erano guardie giurate, ma erano inquadrati come portieri con la formula della collaborazione occasionale pagata giornalmente. Avevano il compito di sorvegliare l’immobile e il terreno circostante di notte».

Un punto importante è proprio quello della proprietà della stradina sterrata su cui era l’auto dell’impiegato, che dopo la fuga si è consegnato e ora è indagato per omicidio volontario (mentre i carabinieri stanno cercando la prostituta). Secondo il legale dell’uomo, Claudio Cenacchi, quella è una strada pubblica. «In realtà la stradina attraversa la proprietà dei nostri clienti – aggiunge la titolare della Cobra –, cioè si snoda fra il casolare e il terreno. Quindi è verosimile che sia di proprietà privata, con una servitù di passaggio. Quindi i guardiani potevano, anzi dovevano, controllarla e intervenire».

Ma come sono intervenuti? L’indagato ha raccontato che i due gli hanno puntato le torce in faccia senza qualificarsi e gli hanno chiesto documenti e portafogli, perciò lui li ha scambiati per rapinatori e si è spaventato. «In base al racconto di Georghe – replica Paganelli –, lui e Cucu sono andati all’auto, hanno detto all’uomo che non poteva restare lì e gli hanno chiesto di andare via, poi si sono allontanati di alcuni metri, capendo la situazione. Non hanno fatto altro. Indossavano le divise e si sono qualificati. L’uomo invece è partito a razzo e ha travolto Cucu dopo un’inversione a U. Che Cucu indossasse il giubbotto della Cobra lo dimostra il fatto che lo stesso giubbotto, poi portato nel casolare da Georghe, reca i segni dell’investimento. Così si sono svolti i fatti».

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