"Voleva solo sesso ed era gelosa: mi puntò anche un coltello alla gola"

Il racconto del personal trainer che ha denunciato la nobildonna per violenza sessuale

IL FILM Glenn Close e Michael Douglas in una scena del celeberrimo  ‘Attrazione fatale’

IL FILM Glenn Close e Michael Douglas in una scena del celeberrimo ‘Attrazione fatale’

Bologna, 29 novembre 2015 - IL SESSO, i soldi, le vacanze, gli affari, i regali di lusso, le minacce, la violenza e le denunce. Sembra una soap opera la storia fra la nobildonna bolognese di 53 anni, ereditiera immobiliare e attrice a tempo perso, e l’ex personal trainer romano di 50, spiantato, che sperava di rifarsi una vita lavorando per lei come agente immobiliare. Lei è a processo per violenza sessuale e minacce, lui, assistito dall’avvocato Marco Sciascio, finirà davanti al giudice a marzo per stalking. Nella corposa denuncia dell’uomo, presentata fra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, c’è di tutto. Eccone alcuni stralci, agli atti del processo a carico della ex.

«MI RICORDO che all’inizio della nostra conoscenza – mette per iscritto l’uomo – lei faceva degli strani discorsi sulle modalità di approccio verso gli uomini (...) Le piaceva comandare perché questo eccitava molto le sue fantasie sessuali e poteva disporre a suo piacimento delle persone (...) Il tema del denaro era un suo chiodo fisso, quanto il forte rancore che provava per gli uomini».

Il primo incontro fu in un noto locale di Riccione, nell’estate 2010. «Iniziammo a frequentarci in modo saltuario, ero ovviamente molto prudente, ma per convincermi mi disse che, disponendo lei di diverse unità immobiliari, io avrei potuto occuparmi della vendita di tali unità (...) Per mantenere il suo alto tenore di vita, infatti, lei vendeva una unità immobiliare all’anno».

Così iniziò la relazione, ma non erano tutte rose e fiori: «Non si fidava di nessuno (...) e temeva che tutti volessero sfruttarla. Facendo leva sul mio modesto grado sociale e sulla mia evidente necessità di lavoro, mi chiese esplicitamente di frequentarla, dicendo che avrei fruito di vantaggi, soprattutto economici, ma in cambio avrei dovuto soddisfarla sessualmente e fargli da accompagnatore (...) Io mi trovavo in una situazione economica precaria, quindi decisi di frequentarla (...) Dovevo essere a sua completa disposizione (...). Ricordo che usò la seguente affermazione: ‘Io gli uomini li paragono ai cavalli: solo gli stalloni produttivi li accudisco e mantengo, gli altri non mi interessano e me ne libero».

NEL RAPPORTO entrano le minacce e pure i coltelli: «Una volta, a casa sua, non avendo io acconsentito a un rapporto sessuale, in preda al delirio lei prese un coltello dalla cucina e me lo mise sotto il mento minacciando di piantarmelo dritto in gola».

Promesse, regali, soldi, viaggi. Bella vita. Ma per l’uomo era solo il modo che lei aveva per tenerlo legato a sé: «Una volta si impegnò a pagarmi il trapianto di capelli, visto che sono stempiato (...) ma era una sua tattica per convincermi a stare con lei, in quanto questo intervento non si realizzò mai (...) Mi diede in più occasioni del denaro, dicendo che erano prestiti, ma in verità erano donazioni per i miei servizi. A lei faceva comodo scrivere che erano prestiti, in quanto poteva ricattarmi».

La storia prosegue, fra alti e bassi: «Iniziai a frequentarla sempre più spesso e la accompagnai in diversi viaggi: Thailandia, Seychelles, Dubai, Marocco, Francia, Montecarlo. (...) Era spesso violenta (...) Una volta alle Seychelles mi ruppe un dito, torcendomelo, perché non volevo ballare con lei. Mi chiedeva continuamente prestazioni sessuali ed era di una gelosia accecante (...) Voleva che stessi sempre con lei e mi promise che mi avrebbe sposato (...) Ma in realtà per lei ero solo un oggetto di piacere. Una volta, in preda alla gelosia, mi abbandonò a Saint Tropez...».

LITI CONTINUE, fino alla rottura nel 2012 con denunce incrociate: «Nonostante le volessi un bene sincero – conclude lui – e provassi dei sentimenti per lei, sapevo che se mi fossi opposto alle sue richieste lei mi avrebbe lasciato senza niente in mano, come aveva minacciato».

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