Papa Francesco a Bologna, lo studente di Medicina. "Parlerò a nome di noi studenti"

Davide Leardini, 24 anni, è stato scelto dal consiglio studentesco per rappresentare la comunità degli universitari nella Basilica di San Domenico

Davide Leardini

Davide Leardini

Bologna, 30 settembre 2017 - Davide Leardini, studente di 24 anni della facoltà di Medicina, è stato scelto dal consiglio studentesco per rappresentare la comunità degli universitari nella Basilica di San Domenico, penultima tappa della visita bolognese del Pontefice.

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Dovrà tenere un discorso, della durata di cinque minuti circa, a nome degli studenti, preceduto dall’intervento del rettore Francesco Ubertini. Dopo di lui, invece, seguirà Papa Francesco, a cui sarà consegnato il Sigillum Magnum, la massima onorificenza accademica.

Davide, la prima domanda è d’obbligo: sei emozionato?

«È per me una grandissima emozione conoscere il Pontefice e parlare a nome di noi studenti. Non ho mai incontrato il Papa prima d’ora, sono davvero curioso di conoscerlo di persona».

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Cos’hai deciso di dire nel tuo discorso?

«Senza svelare troppo, che voglio conservare un po’ di effetto sorpresa (ride), ho deciso di parlare soprattutto del ruolo che ha l’università nei confronti della società. E anche del valore dello studio e della ricerca, due aspetti che purtroppo spesso appaiono quasi anacronistici. Preparando il mio discorso, in questi giorni, ho avuto modo di ripensare a questi anni di università e al mio rapporto coi professori, è stata un’occasione per rivedere il mio percorso. Ormai sto frequentando l’ultimo anno di Medicina, mi avvicino alla laurea».

Perché sei stato scelto proprio tu per rappresentare gli studenti?

«Sono stato eletto nel consiglio studentesco con la lista di Student Office. Sono vicepresidente e faccio parte anche del consiglio di amministrazione dell’Ateneo. Credo di essere stato scelto per i ruoli di rappresentanza che ricopro».

Come giudichi la decisione di Papa Francesco di incontrare il mondo accademico?

«La trovo una grandissima occasione per tutti noi. Non succedeva dall’incontro con Giovanni Paolo II che un Pontefice venisse a Bologna per dialogare con l’Alma Mater. Quella volta il confronto fu in piazza, stavolta invece siamo in un luogo più intimo, dentro la basilica di San Domenico. Questa visita è la dimostrazione che il Papa è molto attento alle tematiche dell’istruzione e dell’educazione. Mi sono andato a rivedere il discorso che Francesco ha tenuto alla Sapienza davanti agli studenti romani, devo dire che mi ha molto colpito, sono sicuro che anche stavolta non deluderà».

Che messaggio ti aspetti dal Pontefice nei confronti di voi studenti?

«Non so nulla di quello che dirà Papa Francesco nel suo messaggio. So solo che sarà un momento unico e di grandissima gioia, che noi studenti non dimenticheremo mai».

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