Zerocalcare a Bologna: "Io un divo? Ma se faccio solo disegnetti"

Il fumettista di culto si racconta e parla del film con Mastandrea: "Se uscirà insieme a Star Wars 7? Ma te pare, sarei il primo a boicottarlo!"

La copertina dell'ultimo libro di Zerocalcare ‘Dimentica il mio nome’

La copertina dell'ultimo libro di Zerocalcare ‘Dimentica il mio nome’

Bologna, 10 novembre 2014 - «L’ARMADILLO al cinema assieme a Star Wars 7? Ma te pare, sarei il primo a boicottarlo!». Chi fa la domanda s’accolla, come direbbe Zerocalcare in romanesco. All’insistenza sulla data d’uscita del film de La profezia dell’armadillo il fumettista risponde con devoto terrore: «Non so quando esce, magari… no no, a fine 2015 con Guerre Stellari no, i prossimi tre film sono l’orizzonte della mia vita!». Michele Rech è un seguace della Forza. Però per i suoi lettori Yoda è lui, dal folgorante esordio de La profezia dell’armadillo fino a Dimentica il mio nome. Proprio per presentare la sua ultima folgorazione l’autore di fumetti più seguito del momento, oggi, approderà alla Feltrinelli di piazza Ravegnana a Bologna. Previsto il solito fiume di fan dalle 15 per le firme sulle copie, quelli che l’autore ama chiamare «disegnetti». Sarà solo alle 18 che si comincerà a parlare del volume appena arrivato in libreria. Zerocalcare è così, talmente gentile e disponibile che durante la «chiacchiarata» telefonica riesce anche a dare indicazioni stradali a un passante. A Milano ha fatto «disegnetti» per 13 ore consecutive: si è seduto alle 17 e si è alzato alle 6 di mattina.

Qualcuno dice: ma chi glielo fa fare?

«Ma ti pare che acchiappo e me ne vado davanti a gente che s’è fatta 3, 4 ore di fila? Ma ci mancherebbe. Poverino chi viene a sorbirsi ‘na fila del genere. Nella mia vita ho fatto cose ben peggiori di disegnetti per 7 ore di fila».

Chi era prima Zerocalcare?

«Uno che si arrangiava con mille lavori. Ho lavorato in aeroporto, guadagnando un decimo di quello che guadagno ora. Ho fatto traduzioni di documentari di caccia e pesca, ho consegnato giornali. Attualmente do ancora ripetizioni a ragazzini tra le medie e i primi anni del liceo. Faccio tutto tranne latino e matematica. Scrivilo così guadagno clienti (ride). Non sono cambiato, sono sempre io».

Da fan a oggetto di culto: sicuro che nulla è cambiato?

«Se sento qualcuno parlare di me penso o che mi conosce, o che mi sta parlando male alle spalle. Sono fatto così. In verità è successo tutto d’un botto, da un momento all’altro. E tutto si esaurirà presto e all’improvviso, vedrai».

Un piano B come i supereroi?

«Farò quello che ho sempre fatto. Fumetti e pure le ripetizioni».

Dagli zombi di ‘Dodici’ alla storia della sua famiglia di ‘Dimentica il mio nome’. Da cosa ha preso spunto?

«Dalla morte di mia nonna. E’ stata finora l’opera più difficile in assoluto e quella che mi ha visto più emotivamente coinvolto. Il libro nasce da una storia vera. Al centro ci sono tante cose che ignoravo di lei e che mi sono state rivelate dopo la sua morte. Ho chiesto a mia madre e ci ho messo due anni per buttarlo giù. Ho raccontato la vita così come l’ho vissuta».

Ha disegnato il manifesto di ‘1000 candele per Stefano Cucchi’...

«Lo Stato trova sempre il modo di assolversi. E’ la storia di questo Paese».

I suoi padawan aspettano il film de ‘La profezia dell’armadillo’. Quando lo vedremo?

«Il mio l’ho fatto, ho scritto la sceneggiatura con Valerio Mastandrea, che è anche il regista. Ora però è tutto fermo, non so darti una data. Basta che non sia insieme a Star Wars 7».

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