"Clicca il video hot di Obama". Quando la balla nasconde un virus

Chi legge le notizie false consegna i propri dati agli hacker

Il presidnete Usa Barack Obama

Il presidnete Usa Barack Obama

Roma, 4 ottobre 2015 - Sexy come Belen, letali come Madoff. Le cyber-bufale non sempre hanno come unico scopo quello di aumentare le visite del sito su cui pascolano. Ci sono hacker (nel settore vengono definiti cracker) che usano le notizie false per costruire vere e proprie trappole. E così a volte basta un clic per consentire ai pirati di intrufolarsi nei nostri computer. L’esca più usata per impossessarsi di password e numeri di carta di credito? Le notizie a luci rosse.
Il terreno di caccia preferito è Facebook. Nonostante le raffiche di ‘Mi piace’ con cui tutti i vostri amici bombardano quotidianamente la pagina dedicata ai ‘Concetti fondamentali della metafisica’ di Heidegger, i predoni del web preferiscono sfruttare bufale hot – corredate da foto scrupolosamente messe all’indice dallo staff di Paola Binetti, la deputata che approva e sostiene l’uso del cilicio – per aprirsi una breccia digitale. Nelle settimane scorse sui social furoreggiava la notizia ‘Video, polizia con una ragazza che fa...’, accompagnata da uno scatto che non lasciava molto spazio alla fantasia. Cliccando sulla notizia, si apriva una finta pagina di accesso a Facebook. Chiunque abbia inserito i propri dati per scoprire cosa sarebbe successo alla bella agente, sarà rimasto doppiamente deluso: niente filmato e profilo violato.
 
Stessa sorte è toccata a chi, qualche anno fa, ha tentato di vedere a tutti i costi Barack Obama fronteggiare in costume adamitico un gruppo di scatenate ragazze ucraine. Il video sul presidente americano portava dritti tra le braccia di un virus informatico.
Non sempre però i cracker ricorrono a inganni con scollatura vertiginosa. Quando il social creato da Zuckerberg ha annunciato l’introduzione del bottone ‘Non mi piace’, i guru delle fregnacce si sono immediatamente attivati. E così sono apparsi numerosi link per poter utilizzare prima di tutti il nuovo tasto. Gli smanettoni impazienti sono stati subito castigati: l’incauto clic – come racconta bufale.net – ha consentito agli hacker di installare software in grado di carpire tutte le informazioni presenti sul computer colpito.
Anche chi è attento ai risparmi rischia di diventare un bersaglio di cyber-truffe. Verso la fine del 2014 la ‘Bank of fuel’ sponsorizzava sul web la possibilità di acquistare una carta che dava il diritto a sconti fino al 40 per cento sui rifornimenti di benzina verde, diesel, Gpl e metano. Ad esempio acquistando una tessera da 99 euro, si poteva comprare carburante per 140 euro.
 
Troppo bello per essere vero? Sì, anche per la Procura di Savona che ha deciso di aprire un’indagine a carico dei gestori del sito, dopo che in mille avevano abboccato alla super offerta. Evidentemente per l’esercito delle formichine digitali un risparmio in doppia cifra è più sexy di Belen.