Amadori vuole crescere ancora, duecento milioni di investimenti

Bilancio 2015 positivo e l’occupazione supera le 7.400 unità

PRODOTTI Dipendenti Amadori al lavoro in reparto. Nell’ultimo anno l’azienda ha fatto circa 250 nuove assunzioni, due terzi delle quali in Romagna

PRODOTTI Dipendenti Amadori al lavoro in reparto. Nell’ultimo anno l’azienda ha fatto circa 250 nuove assunzioni, due terzi delle quali in Romagna

Cesena, 28 giugno 2016 - Semplòificazione dell’assetto aziendale, un manager esterno alla famiglia, un piano di sviluppo da 200 milioni e una maggiore attenzione ai mercati esteri. L’agenda del Gruppo Amadori è fitta di impegni e punta decisamente a proseguire nel trend di crescita di questi ultimi anni. Unica nota stonata: le accuse degli animalisti e le brutte immagini diffuse da ‘Report’. «Ma l’impegno di Amadori sulla sicurezza e sulla qualità è fuori discussione» assicurano il presidente Flavio Amadori e Massimo Romani, amministratore delegato da gennaio.

Il bilancio 2015 si è chiuso in linea con il 2014 con un fatturato complessivo di 1.250 milioni di euro e una posizione finanziaria netta pari a 312 milioni, in continuo calo da oltre un biennio. Il margine operativo lordo supera i 120 milioni di euro (quasi il 10% del fatturato), e la quota di mercato sul totale delle carni avicole in Italia è intorno al 30%. La solidità di Amadori si riconferma coi dati dell’occupazione: 7.400 lavoratori in tutta Italia e 250 nuove assunzioni solo nell’ultimo anno.

«Il 2015 è stato un anno positivo per noi, tenuto conto della situazione economica generale – commenta il presidente Flavio Amadori – Noi vogliamo continuare a crescere con un piano di sviluppo che prevede almeno 200 milioni di euro di investimenti nei prossimi 5 anni. Questi ultimi anni ci hanno consentito di consolidare l’assetto dell’azionariato e di avviare una fase di maggiore managerializzazione dell’azienda: il prossimo triennio ci vedrà impegnati in un percorso di semplificazione societaria, di ulteriore managerializzazione, di efficientamento dei processi di produzione, di sviluppo di nuovi prodotti e nuovi mercati».

«In questi primi mesi – commenta Massimo Romani – stiamo lavorando per migliorare l’organizzazione interna e rendere la struttura aziendale sempre più in linea con le dimensioni raggiunte e al passo con un mercato sempre più competitivo. Il secondo semestre del 2016 ci vedrà occupati ad elaborare il nuovo piano industriale focalizzato su temi strategici per Amadori come l’innovazione di prodotto/canale e l’internazionalizzazione: l’obiettivo è posizionarci sempre più come gruppo alimentare italiano, in grado di competere con maggiore vigore sui mercati internazionali». Amadori e Romani sono fiduciosi nella possibilità di crescita del mercato italiano (il consumo di carni avicole è sotto la media europea: 20 kg contro 23 kg annui), ma anche l’export verso l’Europa e l’area mediterranea può diventare interessante in un’ottica di sviluppo ulteriore.