L’appello dei commercianti: "La Malatestiana diventi la nostra bandiera ovunque"

Viaggio tra gli operatori del centro. "E’ una risorsa"

La biblioteca Malatestiana di Cesena (foto Ravaglia)

La biblioteca Malatestiana di Cesena (foto Ravaglia)

Cesena, 29 ottobre 2014 - Siamo sempre lì: con la cultura si può anche ‘mangiare’? La Grande Malatestiana campeggia nel cuore di Cesena. Alla sua corte si affacciano le vetrine dei negozi. Ed è tra i negozianti di piazza Almerici, corso Mazzini e dintorni che ci siamo intrufolati per capire se il sogno di grandezza della biblioteca ha anche una ricaduta economica sul centro.

La risposta? Per Gianluca Manuzzi, titolare dell’omonima agenzia viaggi, la risposta è una speranza: «C’è l’Expo a Milano, l’anno prossimo. Bene, in qualche modo deve entrarci anche la Grande Malatestiana». Vetrine. La Grande Malatestiana è un monumento vivo. Di quelli destinati a non essere solo visti ma anche vissuti. «Potenzialmente – così Manuzzi – la biblioteca ha tutto per essere il fulcro di un nuovo indotto per la città». Ma un progetto ambizioso è fatto anche di piccoli tasselli.

«Faccio un esempio – dice l’operatore turistico –: arrivano i turisti e, salvo in qualche occasione, non ci sono le guide per condurli in centro. Quello che serve è un sistema integrato, tra aziende interessate e istituzioni pubbliche per offrire una proposta funzionale». Tra un caffè e un cornetto Stefano Ceccaroni, titolare del Lula Caffè e del Maison Lulù è la prospettiva che deve cambiare. «I turisti non vanno aspettati – sostiene il barman – vanno portati in città. Come? La Malatestiana, noi lo vediamo dal nostro bancone ogni mattina, è un luogo bellissimo. Ma che non diventi un’isola. A Londra ho visto cartelli promozionali del Salento. Dieci anni fa il Salento era una faccenda solo pugliese. La Grande Malatestiana deve essere la nostra bandiera nel mondo». Ma chi è il turista che sbuca dal portone della biblioteca in cerca di un panino, di un gelato, di un negozio di dischi o di scarpe. «Francesi, soprattutto – spiega dalla pizzeria Papa Adriana Dall’Ara – e studenti che, cuffietta alle orecchie e portatile, si guardano attorno. Questa Biblioteca ha tutto per essere grande ma il Comune dovrebbe, a nostro avviso, non chiuderla al traffico delle auto».

Problema atavico, in Italia, quello del rapporto tra orari pubblici e orari del privato. «La Malatestiana è qui, a due passi – ragiona Giuliana Santi, gelateria Mara Meo – ma se, come in estate, i turisti arrivano di sera e la biblioteca è chiusa, come si fa a parlare di indotto? Come posto, come bellezza, la Grande Malatestiana potrebbe portare gente e nuove opportunità di lavoro».

Da gennaio a settembre la Biblioteca ha staccato 12.700 biglietti. Come capitalizzare, allora, la presenza in città di questo numero? Manuzzi parla di «sistema» e di creare attorno alla biblioteca una sorta, in proporzione, «di Expo». Cultura, qualità della vita, benessere. «I turisti passano, si fermano anche nei negozi – commenta Ilario Rocchi del negozio di calzature ‘Lui e Lei’ – ma restano poco in città. E’ qui che dobbiamo lavorare, tutti, per valorizzare l’indotto della Malatestiana».