Sabato 20 Aprile 2024

Attesa di quattro ore in ospedale: il paziente muore per infarto

Si è sentito male ed è stato trasportato prima a Cesena e poi a Forlì

Un ambulanza del 118 (Fotoprint)

Un ambulanza del 118 (Fotoprint)

Cesena, 31 gennaio 2015 - La mancanza del servizio di angioplastica all’ospedale Bufalini nelle ore notturne è nuovamente nell’occhio del ciclone. Nella notte fra mercoledì e giovedì un uomo di 75 anni ha avuto un malore nella propia abitazione ed è caduto a terra vomitando. La moglie ha immediatamente telefonato al marito della figlia, medico, che è accorso sul posto e, sospettando un infarto in atto, ha chiamato il 118 chiedendo un intervento urgente.

Dopo pochi minuti sono arrivate un’ambulanza e un’auto con medico a bordo che ha sottoposto l’uomo a un elettrocardiogramma con un apparecchio portatile senza rilevare l’infarto, poi ne ha disposto il trasporto al pronto soccorso dell’ospedale Bufalini. Qui l’uomo è giunto alle 0.20 circa ed è rimasto in attesa di essere visitato fin verso le 3 quando i sanitari lo hanno sottoposto a un nuovo esame rilevando un grave infarto in atto e disponendo il trasferimento all’ospedale di Forlì.

Pare che il viaggio, come hanno rilevato due testimoni, sia stato effettuato senza che l’ambulanza azionasse la sirena. Sta di fatto che alle 4, quando l’uomo è giunto nel reparto di cardiologia dell’ospedale di Forlì, le sue condizioni erano ormai disperate e dopo circa mezz’ora il suo cuore a smesso di battere senza che sia stato possibile effettuare il previsto trattamento di angioplastica (allargamento dei vasi sanguigni tramite un catetere o palloncino in modo da favorire il passaggio del sangue).

Prendendo spunto da questo episodio, da altri recentemente accaduti all’ospedale Bufalini (in particolare nel reparto di ginecologia) e dal fatto che il Pronto soccorso è sempre più affollato, i consiglieri comunali Tommaso Marcatelli e Stefano Spinelli (rappresentano il Nuovo Centro Destra nella lista LiberaCesena) hanno diffuso un comunicato nel quale rilevano che «dopo dieci anni di gestione asfittica e ragionieristica della sanità, obbediente ai diktat del partitone che ha mandato qui i professionisti che voleva, e durante la quale nulla si è creato di nuovo (le ultime eccellenze sono nate negli anni 90), il Bufalini si avvia al lento ridimensionamento che questa ulteriore quarta ‘razionalizzazione’ regionale impone».