Autovelox selvaggio, tutti assolti

Roncofreddo, prosciolti l’ex sindaco Cedioli e gli altri amministratori

L’autovelox sulla E45 con i vigili seminascosti tra la vegetazione (Ravaglia)

L’autovelox sulla E45 con i vigili seminascosti tra la vegetazione (Ravaglia)

Cesena, 2 ottobre 2014 - Si è concluso con un’assoluzione generale il processo per l’uso dell’autovelox sull’E45 da parte del Comune di Roncofreddo che la Procura della Repubblica di Forlì riteneva illegittimo. Dopo una lunga istruttoria, otto udienze che hanno impegnato il tribunale dal gennaio scorso e una camera di consiglio che si è protratta per 3 ore e 40 minuti, alle 18.05 di ieri il collegio giudicante è rientrato in aula e il presidente Giovanni Trerè, affiancato dai giudici Massimo De Paoli e Roberta Dioguardi, ha letto le poche righe del dispositivo che ha mandato assolti ‘perché il fatto non sussiste’ l’ex sindaco (e attuale assessore della giunta guidata da Massimo Bulbi) Franco Cedioli, l’ex responsabile della polizia municipale Renzo Maroni, i vigili urbani Katia Pierantozzi, Federica Serafini, Paolo Molari e Daniele Carlini, e i responsabili della ditta Euten di Terni che forniva al Comune le apparecchiature Tranquillino Santoro e Graziella Gobbetti.

Il pubblico ministero Antonio Vincenzo Bartolozzi (ieri sostituito per la replica dal collega Filippo Santangelo) aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati tranne la Gobbetti: un anno di reclusione per Cedioli, due anni per Maroni, dieci mesi per Pierantozzi, Serafini, Molari e Carlini, 18 mesi per Santoro.

Ma i giudici, evidentemente, hanno prestato maggior fede alle argomentazioni esposte dagli avvocati difensori Giorgio Fabbri, Giorgio Mambelli e Stefano Spinelli (per Cedioli), Luca Castagnoli e Mauro Guidi (per Maroni), Pietro Senni (per Pierantozzi, Serafini e Carlini), Marco Martines (per Molari) e Roberto Chiaranti (per Santoro e Gobbetti) che hanno confutato le tesi dell’accusa in fatto e in diritto, fornendo ai giudici consistente documentazione. Il protrarsi della durata della camera di consiglio, inizialmente prevista in due ore, indica probabilmente che all’interno del collegio giudicante l’orientamento all’assoluzione non era univoco. Il presidente Trerè ha annunciato il deposito della motivazione entro 60 giorni.

La sentenza assolutoria di ieri viene dopo il proscioglimento, avvenuto al termine delle indagini preliminari, dell’ex vicesindaco Simona Amadori (difesa dall’avvocato Giorgio Fabbri) e degli altri assessori della Giunta guidata da Franco Cedioli. È probabile che questa assoluzione si riverberi sull’analogo processo, in corso davanti allo stesso collegio giudicante, contro l’ex sindaco di Verghereto Fedele Camillini e altri cinque imputati. Ieri si doveva svolgere un’udienza, ma è stata rimandata al 29 aprile 2015.