Brc, per la salvezza bisogna trovare 40 milioni entro un mese

Il movimento delle Bcc potrebbe intervenire attraverso Banca Sviluppo

La sede di Banca Romagna Cooperativa (foto Ravaglia)

La sede di Banca Romagna Cooperativa (foto Ravaglia)

Cesena, 14 aprile 2015 - SONO GIORNI cruciali per Banca Romagna Cooperativa, l’istituto di credito cooperativo nato nel 2008 dalla fusione tra le Bcc Romagna Centro e Macerone.

Manca un mese e mezzo alla data del 27 maggio, quando i commissari straordinari nominati dal Ministero dell’Ecomia e delle Finanze (su proposta della Banca d’Italia) Claudio Giombini e Franco Zambon, affiancati dal comitato di sorveglianza formato da Mario Pace, Maria Teresa Bianchi e Alessandro Portolano, dovranno lasciare l’istituto dopo aver ottenuto una proroga di sei mesi al termine del primo anno di nomina. Una ulteriore proroga di due mesi è possibile solo per la redazione del piano industriale nel caso che la banca possa a tornare a camminare sulle sue gambe.

Notizie ufficiali dai commissari straordinari non ne escono, e anche il comitato nato per iniziativa di alcuni degli ottomila soci deve affidarsi alle voci di corridoio per cercare di capire cosa bolle in pentola. Di certo c’è il malcontento fra soci e clienti non solo per la mancanza di notizie, ma per le forti restrizioni al credito e le conseguenze negative sull’economia locale.

C’è anche chi è stato segnalato indebitamente come ‘sofferenza’ alla Centrale Rischi della Banca d’Italia (con gravi ripercussioni anche sui rapporti con le altre banche) ma ha reagito ricorrendo al Tribunale e ha ottenuto la condanna di Banca Romagna Cooperativa alla cancellazione della ditta da quelle ‘a sofferenza’ e al pagamento delle spese legali.

Le ultime indiscrezioni parlano della necessità di trovare circa 40 milioni di liquidità per poter continuare l’attività ed evitare la messa in liquidazione coatta amministrativa (la procedura equivalente al fallimento per le aziende cooperative). Per reperirli il movimento del credito cooperativo si sta mobilitando, ma deve fare i conti con analoghe crisi di altre due banche. Hanno mostrato interesse a intervenire direttamente la Banca di Credito Cooperativo Ravennate e Imolese che sarebbe disponobile ad assorbire alcuni sportelli, e Banca Sviluppo, istituto di credito controllato da Iccrea, la holding delle banche di credito cooperativo nata per favorire aggregazioni, fusioni e per intervenire in caso di crisi come quello di Brc.

L’opotesi praticabile con minori difficoltà sembra la messa in liquidazione di Brc e un successivo intervento diretto di Banca Sviluppo, con la liquidità necessaria messa a disposizione dal sistema delle Bcc, e la successiva assegnazione di sportelli alle Bcc della zona disponibili. Resta da risolvere il problema di circa 80 dipendenti in esubero.