Presa la banda dei distributori: imbrattavano le telecamere e svuotavano le colonnine dei self service

La polizia annienta un gruppo che ha agito in Romagna e nel Nord Italia FOTO

(Foto Ravaglia)

(Foto Ravaglia)

Cesena, 17 aprile 2015 - A un automobilista di passaggio che buttava l’occhio nella loro direzione, sembravano due persone intente a far benzina. Il loro rifornimento però non era di carburante, ma di contanti, quelli prelevati scassinando il totem dell’impianto self service attivo ventiquattro ore al giorno. Gli uomini del commissariato di polizia di Cesena sono riusciti a individuare i presunti responsabili del furto (FOTO) avvenuto durante la notte del 15 febbraio all’interno dell’area del distributore Eni lungo la Secante di Cesena: mentre in città l’attenzione era rivolta verso lo stadio dove si stava disputando la gara con la Juventus, due persone fermarono i loro furgoni nell’area di servizio e, dopo essere saliti sul tetto, oscurarono a colpi di vernice spruzzata le sedici telecamere presenti intorno all’impianto.

Tutte tranne una, il cui occhio elettronico continuò a filmare, registrando immagini poi finite sul tavolo degli investigatori. Il modus operandi non lascia dubbio sull’esperienza di chi entra in azione: un veicolo viene avvicinato alla colonnina destinata a ricevere le banconote e il conducente, senza scendere dal veicolo, utilizzando un metro e un pennarello calcola il punto esatto da forzare nella corazza di acciaio. Lo trova e con trapano e fresa scardina le difese dell’impianto automatico, arraffando circa ottomila euro in contanti. Professionisti del settore, evidentemente dotati, oltre che di conoscenze specifiche, anche di una buona dose di sangue freddo, tanto da continuare a operare anche durante l’arrivo di normali avventori, che non si accorgono di nulla. In base alla ricostruzione della polizia, il colpo sarebbe durato complessivamente oltre due ore, nel corso delle quali i visitatori indesiderati sarebbero arrivati e ripartiti più volte, per essere sicuri di non destare sospetti a chi eventualmente li avesse notati: così durante un primo passaggio hanno oscurato una parte delle telecamere, poi le altre e così via, fino a prendere di mira la cassaforte, anch’essa attaccata in più momenti. Una volta intascato il malloppo i due si sono dileguati, credendo di far perdere le loro tracce.

Da qui sono partite le indagini della polizia, che studiando il modus operandi dei ladri, hanno ricavato dalle banche dati a loro disposizione una lista di possibili sospetti, sui quali si sono concentrati ulteriori approfondimenti, messi in atto dagli agenti settimana dopo settimana attraverso pedinamenti e ulteriori riscontri incrociati. Alla fine gli investigatori hanno ristretto la lista dei sospetti a due soli nominativi: Ionut Tugui, romeno di 31 anni, residente nel ferrarese e di Miroslav Kucerak, slovacco di 32, che abita a Castel Maggiore. I poliziotti la sera del 15 marzo li hanno seguiti in auto fin nella provincia di Varese, dove li hanno arrestati all’interno di un altro distributore, sempre a marchio Eni, cogliendoli sul fatto mentre stavano forzando la colonnina dell’impianto self service. Accusati di furto aggravato e processati per direttissima, erano stati condannati a un anno di arresti domiciliari. Mercoledì a entrambi è stata notificata un’altra ordinanza di custodia cautelare (sempre agli arresti domiciliari) in relazione ai fatti avvenuti a Cesena. Come ulteriore prova, gli inquirenti disporrebbero anche di una multa comminata dal tutore della Secante. Le indagini non sono però ancora concluse perché gli inquirenti stanno cercando di acclarare anche eventuali altre responsabilità in colpi simili. I due uomini erano specializzarti nei totem di un particolare marchio di carburante: i distributori venivano individuati e raggiunti attraverso ricerche su internet, o tramite navigatori satellitari. Tutto il materiale utilizzato è stato sequestrato.