Due carabinieri condannati dal tribunale militare

Uno risiede a Roncofreddo

I carabinieri (Foto archivio)

I carabinieri (Foto archivio)

Roncofreddo (Forlì-Cesena), 17 settembre 2014 - I due carabinieri del Nucleo Radiomobile di Cervia-Milano Marittima arrestati a giugno per una serie di reati che vanno dal falso ideologico al concorso in rapina e al concorso in spaccio di cocaina (quella che comperavano per se stessi) sono stati processati ieri dal tribunale militare di Verona per violazioni del codice militare di pace, ovvero violata consegna e, per uno dei due, autista della ‘Gazzella’ di servizio, anche di guida in stato di alterazione da stupefacenti.

Sono stati entrambi condannati: Giuseppe Giancola di 43 anni (residente a Roncofreddo) alla pena di poco più di un anno di reclusione e alla degradazione; Claudio Capozzi di 41, a un mese di reclusione. Per le accuse davanti ai giudici militari, i due sono a piede libero (ieri in aula c’era solo Capozzi), mentre per la magistratura ordinaria sono entrambi ancora in custodia cautelare. Giancola è in carcere a Forlì e l’altro è agli arresti domiciliari a Colleferro. All’udienza di ieri sono stati sentiti gli inquirenti (il personale del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Ravenna) che hanno svolto le indagini e altre persone informate sui fatti, poi si è svolta la discussione, quindi la sentenza. Davanti alla giurisdizione militare i due sono difesi dall’avvocato romano Roberto Mandolesi. 

Le imputazioni si riferiscono alle condotte tenute dai due carabinieri, mentre erano in servizio, nel periodo fra l’estate e il novembre dello scorso anno. La violata consegna si riferisce al fatto che, come è emerso innanzitutto dalle intercettazioni ambientali disposte dalla Procura e poi dalle immediate indagini, spesso e volentieri i due appuntati, mentre si trovavano in servizio, alla sera e alla notte, sulla Gazzella’, anziché svolgere la loro ordinaria attività di controllo del territorio, si fermavano a cena in un ristorante o si recavano in un bar o al domicilio di spacciatori di cocaina per acquistare la droga che poi sniffavano in auto. 

Anche questa condotta è provata dalle intercettazioni: emerge, dai contenuti e dai toni delle conversazioni in auto, lo stato mentale ampiamente ‘euforico’ di entrambi. L’accusa di guida in stato di alterazione è contestato ovviamente al solo autista, Giancola. Contestazioni, queste relative al codice militare, che vennero mosse non appena, a novembre (e questo spiega la celerità del relativo procedimento) , una sera, a seguito di una segnalazione, ci fu l’intervento direttamente su strada, del comandante del Nucleo operativo della Compagnia di Cervia-Milano Marittima. Immediatamente ai due carabinieri fu ‘imposto’ un periodo di ferie, poi di ‘forzata’ astensione dal servizio fino a che a giugno non furono notificate ad entrambi le ordinanze di custodia cautelare.

Attualmente i due sono ancora formalmente carabinieri nel senso che nei loro confronti non è stato per ora adottato l’inevitabile provvedimento di espulsione; sembra che si stia cercando di definire una modalità meno drastica, quella delle dimissioni volontarie. Uno dei due, Claudio Capozzi (difeso dall’avvocato Giovanni Scudellari), è agli arresti domiciliari da fine luglio, dopo aver fatto parziali ammissioni, mentre l’altro (difensore l’avvocato Marco Martines) è in carcere anche in relazione alla maggiore gravità delle condotte.