Carisp, meno soldi dalla Fondazione. Associazioni disperate

La Fondazione Carisp erogava molti contributi sul territorio. "Ora ci dicono di andare a sentire da Romagna Solidale"

La sede della Cassa di Risparmio di Cesena

La sede della Cassa di Risparmio di Cesena

Cesena, 12 giugno 2016 - «Non volevo farlo perché già sapevo che le cose non andavano bene, ma ho pensato che chiedere non costa nulla e allora venti giorni fa, prima che venisse fuori tutta la faccenda, sono andato alla Fondazione della Cassa di Risparmio a chiedere se potevano dare qualcosa per i nostri poveri, ma mi hanno detto che non hanno più la possibilità di farlo e suggerito di andare da Romagna Solidale».

Lo racconta Ettore Lucchi, presidente della storica associazione San Vincenzo De Paoli in prima linea a fianco dei bisognosi e che nel 2015 ha ricevuto dalla Fondazione cinquemila euro. «Un tempo erano 15, ma anche cinque facevano molto comodo: ora che siamo senza e i bisogni aumentano – prosegue Lucchi – speriamo ci aiuti la Provvidenza».

La considerazione del presidente della San Vincenzo – al netto della fede nel Creatore – vale per il pulviscolo di associazioni, enti e istituzioni beneficiati in questi lustri dalla Fondazione, soprattutto quando le cose andavano molto bene, ma anche, sia pure in misura ridotta, quando le disponibilità si sono assottigliate. Negli anni d’oro la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena arrivava ad erogare fino a 4 milioni a favore del territorio; nel 2015 era scesa a 634mila euro e quest’anno con l’ulteriore giro di vite ci si è fermati a 411mila. Ammonta invece a circa 11 milioni annui la capacità di erogazione della Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì, che solo negli ultimi anni ha finanziato gli interventi del complesso museale di San Domenico e la riqualificazione dello storico palazzo in piazza Saffi, che ospita Eataly. Undici milioni contro il poco che resta dopo il deprezzamento-dissolvimento della quota azionaria della Fondazione cesenate in seno alla Cassa di Risparmio.

Luciano Margara, coordinatore del Campus universitario di Cesena, responsabile dell’incubatore di imprese Cesenalab e presidente del Conservatorio, guida tre sodalizi sostenuti in passato da Fondazione (di cui è socio) e da Cassa di Risparmio. Nel 2015 il campus universitario ha ricevuto 52mila euro, nel 2016 per la progettazione della seconda sede universitaria nell’area ex Zuccherificio il contributo è stato pari a 76mila euro. «Negli anni precedenti – rimarca Margara:- abbiamo ricevuto contributi annui attorno ai 400mila euro che messi insieme hanno fornito linfa preziosissima per la crescita del campus. Non dimentichiamo però che i fondi principalmente arrivano dall’Università. Ora che la capacità di finanziamento della Fondazione si riduce notevolmente e in mancanza di quei soldi dovremo far frullare le idee. Una sfida che possiamo vincere».

Tra i destinatari dei contributi della Fondazione pera educazione, istruzione e formazione, volontariato e beneficenza, ricerca scientifica e tecnologica, assistenza agli anziani, edilizia popolare, salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa troviamo fra i tanti Comune, scuole, Caritas diocesana, parrocchie, associazioni di assistenza. La Fondazione, con due dipendenti, provvede anche alla gestione della biblioteca Ghirotti (120mila euro annui).

Fra le compagini di cui è socia, figura Serinar, la società di servizi per l’insediamento universitario, per la quale nel 2016 ha erogato come contributo consortile 99mila euro. «Certo che la situazione della Fondazione, nostra socia, ci preoccupa – afferma il presidente di Serinar Alberto Zambianchi– e fa il paio con l’affievolimento di erogazioni di Provincia e Camera di Commercio, quindi dovremo aprire una riflessione sul nostro assetto societario, senza dimenticare come per quasi 27 anni Cassa prima e Fondazione poi abbiano sostenuto Serinar, e questo vale anche per Cassa e Fondazione di Forlì, con 250 milioni di euro concessi».