Carisp, accusa allargata a 19 amministratori

Oggetto dell'indagine il dividendo erogato a fine 2012. Il reato ipotizzato è falso in bilancio

La Cassa di Risparmio di Cesena

La Cassa di Risparmio di Cesena

Cesena, 29 febbraio 2016 - LA PROCURA della Repubblica di Forlì ha deciso di proseguire le indagini sulla Cassa di Risparmio di Cesena aperte nel 2014 sulla base della relazione della Banca d’Italia che segnalava l’irregolarità della distribuzione dell’acconto sul dividendo erogato a fine 2012. L’erogazione fu decisa facendo ricorso alle riserve accantonate negli esercizi precedenti, a fine novembre 2012, dal consiglio d’amministrazione presieduto da Germano Lucchi sulla base della positiva previsione del bilancio.

Poi ci fu un’ispezione della Banca d’Italia che impose maggiori accantonamenti a fronte di crediti deteriorati nel settore immobiliare, e il bilancio 2012 chiuse in perdita. Le controdeduzioni della Carisp alle contestazioni degli ispettori, però, furono accolte dalla Banca d’Italia che chiuse la procedura ispettiva senza comminare alcuna sanzione.

Così anche la Procura della Repubblica, che a metà dicembre 2014 aveva mandato la Guardia di Finanza ad acquisire documentazione presso la sede centrale Carisp all’ex Zuccherificio, accantonò il fascicolo.

LA QUESTIONE è tornata d’attualità dopo l’ultima ispezione della Banca d’Italia, chiusa nel luglio scorso, con la relazione notificata a novembre. Sulla base delle indicazioni della Banca d’Italia è stato avviato il totale rinnovamento del consiglio d’amministrazione e del collegio dei sindaci revisori (effettuato nell’assemblea degli azionisti dell’1 febbraio scorso), e della direzione, ormai prossima all’avvicendamento.

LA PROCURA ha fatto notificare nei giorni scorsi alla Cassa di Risparmio la richiesta, presentata al Giudice delle indagini preliminari, di continuare le indagini per altri sei mesi. Il reato societario ipotizzato è il falso in bilancio, con estensione agli amministratori, ai revisori dei conti, alla direzione generale e ai dirigenti incaricati della redazione dei documenti contabili: in totale si tratta di 19 persone, la maggior parte delle quali uscite dall’orbita della Cassa di Risparmio, che ora avranno la possibilità di difendersi.

Nel dicembre 2014 si leggeva in un comunicato Carisp: «Per quanto riguarda l’acconto del dividendo di 1,9 milioni di euro distribuito nel dicembre 2012, si deve considerare che tale importo rappresentava meno del 20% dell’utile registrato al 30 giugno ed era molto inferiore a quello che il Codice civile avrebbe comunque consentito di distribuire. E’ vero che l’esercizio 2012 si è concluso con una perdita dovuta a più consistenti accantonamenti a fronte di maggiori previsioni di perdita sui crediti verso la clientela, ma occorre considerare che questi accantonamenti sono stati particolarmente elevati perché la Banca d’Italia ha chiesto che il sistema bancario nazionale adottasse una nuova, più stringente e cautelativa metodologia di determinazione dei valori degli immobili ricevuti in garanzia o comunque facenti parte del patrimonio dei debitori».