Vetrine buie in piazza della Libertà. "Soffriamo la crisi, cantiere e Ztl"

Una decina di attività chiuse nell’ultimo anno: cresce la sfiducia

I negozi chiusi in piazza della Libertà (foto Ravaglia)

I negozi chiusi in piazza della Libertà (foto Ravaglia)

Cesena, 26 maggio 2016 - LE ROVINE del mondo antico resteranno sepolte sotto la nuova piazza della Libertà. Le rovine della rete commerciale sono lì in bella evidenza. Vetrine spente e cartelli tristi come quello che campeggia sotto il porticato accanto alle Poste: «Jean Valery dopo 47 anni chiude. Un grazie a tutta la clientela che ci ha seguiti in questi anni». A farci da guida nel ‘cratere’ della ‘riqualificazione’ più contestata di Cesena è l’ex consigliere comunale Stefano Angeli, animatore di ‘Progetto Liberale’. Più Caronte che Virgilio. «Ho contato undici attività chiuse nell’ultimo anno» sentenzia. Più i rintocchi a morto per la Libreria Feltrinelli. «I tempi cambiano, le storie restano» annuncia un cartellone tra i libri sempre più radi. Il 29 maggio la storia però arriva al capolinea. «So per certo che già sei mesi fa avevano disdetto il contratto d’affitto – racconta Angeli – Sarà la crisi dell’editoria, sarà una difficoltà generale della catena di librerie. Ma certo i lavori sulla piazza hanno dato il colpo di grazia». Una diagnosi che si ripropone con poche varianti per tutte le attività che hanno gettato la spugna. E per quelle che forse pensano di farlo. «Dopo la chiusura del parcheggio e soprattutto dopo l’attivazione di Icarus la situazione è peggiorata più di quanto temevamo» dice il titolare del Bar Lanzoni. E’ mezzogiorno. I tavolini sono vuoti. Sulla piazza si contano meno di una decina di passanti. «Sta diventano un angolo morto di Cesena – attacca Angeli – Il centro si è ristretto e va sempre peggio».

IL CANTIERE sembra deserto. Lungo i lati della piazza l’impatto delle vetrine vuote è effettivamente brutale. Simile a certi angoli di Forlì dove però la crisi morde da tempo e non è giustificata da problemi di parcheggio o Ztl. «E’ vero – replica Angeli – ma fino a poco tempo fa la situazione in questa zona non era così drammatica. La crisi è in accelerazione dopo la completa chiusura al traffico della Valdoca. Sarà un caso?».

DAL LATO del Vescovado e in via Giovanni XXIII le vetrine buie si susseguono. Quasi tutte chiusure recenti, come ‘Le Nereidi’, o trasferimenti in zone più facilmente accessibili (libreria Bettini e boutique ‘le Pierrot’). «E’ molto dura – conferma il titolare del ristorante ‘Fermoposta’ – Molti clienti chiedono informazioni per il parcheggio, cerco di spiegare che ci sono altri posti, ma evidentemente non li ritengono comodi...». Sull’altro lato della piazza lo scenario non cambia. Le prime due vetrine di Contrada Dandini sono buie. La quarta pure. In Galleria Oir resistono un call center, il barbiere e il negozio del fotografo Diani. Il resto è desolazione. Mettiamo nel mazzo anche due edicole estinte. Lo scenario futuro di una piazza riqualificata, pedonalizzata e piena di vita non convince i più. «I clienti sono calati fino al 20% – racconta Leopoldo Valpiani della Farmacia dell’Ospedale – L’unica maniera di resistere è lavorare dodici ore al giorno. La mancanza di parcheggi e Icarus hanno messo in ginocchio questa zona. Il futuro è nero. Al sindaco non viene in mente che se siamo in tanti a dirlo allora forse abbiamo ragione?».