Città metropolitana di Romagna Il Pd ritrova il consenso bulgaro

Il sindaco Lucchi lancia il progetto e il pubblico vota via sms

STAND In alto: un momento della serata sotto il tendone dei dibattiti. Sotto: a sinistra i volontari della cucina del festival, a destra il sindaco nelle vesti di cameriere (foto Luca Ravaglia)

STAND In alto: un momento della serata sotto il tendone dei dibattiti. Sotto: a sinistra i volontari della cucina del festival, a destra il sindaco nelle vesti di cameriere (foto Luca Ravaglia)

di EMANUELE CHESI

CENTO per cento di consensi al progetto del sindaco Lucchi di istituire la ‘Città metropolitana di Romagna’. Tra gli effluvi di fritto e le mazurke della Festa democratica dell’Unità di Sant’Egidio, l’altra sera è andato in scena un referendum in diretta tra gli spettatori (insolitamente numerosi e attenti, va detto) del dibattito incentrato sulle prospettive aperte dalla riforma istituzionale della Regione che prevede l’area metropolitana di Bologna e accorpamenti di province. Lucchi ha presentato con una sorta di one man show l’idea di un ‘provincione’ romagnolo che faccia da contraltare – in termini di peso politico, capacità di progettare ma anche di intercettare finanziamenti europei e statali – al prevedibile ruolo egemone di Bologna e circondario. E la platea, via sms, ha risposto all’unisono. «Altro che Bulgaria!» ha commentato ironicamente il conduttore della serata, il giornalista Rai e testimonial del nevone 2012 Antonio Farnè. E il coro di sì si è ampliato ai più alti livelli istituzionali: dall’assessore regionale Emma Petitti ai sindaci degli altri capoluoghi, intervenuti con contributi video. Irresistibile il primo cittadino di Rimini, Andrea Gnassi, che ha esaltato il progetto parlando di ‘città romagnolitana’.

DIMENTICATE improvvisamente le divisioni e anche gli screzi tra le amministrazioni romagnole? Lucchi stesso non si è nascosto la difficoltà della sfida: «Siamo tutti d’accordo sull’idea di fondo. Più problematico sarà intenderci su come e cosa fare...».

Il progetto è comunque ambizioso e va chiaramente al di là dei pur importanti risultati raggiunti finora nell’integrazione romagnola in tema di trasporti, servizi idrici e sanità. La Città metropolitana di Romagna dovrà ereditare le funzioni delle vecchie province e assumerne anche delle nuove. E il processo di semplificazione, nelle intenzioni di Lucchi, dovrebbe allargarsi a tutte le altre istituzioni, comprese Prefetture, Questure e Camere di commercio. Anche per questi enti il pubblico della Festa del Pd si è espresso in larga maggioranza per fusioni e accorpamenti. Voto in diretta,via sms. Poco più di un gioco, ma significativo.

NESSUN imbarazzo nel Pd per il rilancio di un’idea di integrazione romagnola che è stata per anni condannata da sinistra quando veniva sbandierata dagli autonomisti e dal centrodestra. «I tempi sono cambiati e anche il Pd è un partito diverso – taglia corto Lucchi – C’è la necessità di dare risposte ai cittadini, in termini di qualità ed efficienza, uniformi sul territorio. E la Romagna ha la dimensione ottimale per dare vita a un assetto istituzionale ponte tra la Regione e i Comuni».